venerdì,Marzo 29 2024

La tragica fine del cane Birillo, ucciso a colpi d’arma da fuoco a San Costantino Calabro

Il meticcio è stato colpito in pieno giorno mentre passeggiava per strada. Ferma condanna da parte della comunità. Sporta denuncia

La tragica fine del cane Birillo, ucciso a colpi d’arma da fuoco a San Costantino Calabro

Non si arrestano gli atti di barbarie nei confronti degli animali. L’ultima vicenda arriva da San Costantino Calabro dove, nel pomeriggio di ieri, ignoti hanno aperto il fuoco all’indirizzo di un cane, un meticcio simil labrador di nome Birillo. L’animale, curato e gestito da un giovane del luogo, Enrico Mercatante, viveva libero, ben voluto dagli abitanti. Un cagnolone color miele, educato, che amava accompagnare in lunghe passeggiate quanti svolgevano attività fisica. Eppure, anche lui, è stato vittima della stupidità e cattiveria umana, in una ventosa giornata d’autunno.

Birillo, infatti, stava percorrendo l’arteria che conduce a Francica quando è stato attinto da colpi d’arma da fuoco (non chiara la dinamica né l’eventuale intenzionalità). Ad udire gli spari, nel pieno pomeriggio, una donna lì residente. Ma quando è accorsa in strada, la bestiola stava già correndo verso casa: «E’ stata una ragazza ad accorgersi del cane ferito e chiamare mio padre – racconta Enrico – Così lo abbiamo recuperato, steso su un lenzuolo e portato dal veterinario». Ma Birillo era stanco, aveva perso troppo sangue lungo quel percorso per ritornare da quella che considerava ormai la sua famiglia: «Lo hanno intubato, hanno fatto il possibile. Ma è morto». Una corsa contro il tempo che il giovane racconta con tristezza mista a rabbia: «Gli avevo costruito una cuccia, così poteva dormire e stare tranquillo a casa mia. Anche mia madre se n’era affezionata».

Sui social, nel postare commenti e foto sulla vicenda, Enrico ha raccolto tante condivisioni nonché l’interessamento di enti che si occupano della protezione degli animali: «Ho sporto denuncia ai carabinieri della Stazione di San Costantino e mi auguro che presto venga fatta luce su quanto accaduto a Birillo. Non è la prima volta – aggiunge – che in paese assistiamo a episodi di avvelenamento di cani o gatti. Vorrei che tutto questo finisse». La condanna da parte della comunità è totale. Eppure, non si comprende perché simili azioni continuino e perpetuarsi. Solo qualche settimana fa, un’altra storia aveva suscitato indignazione generale con l’uccisione della mascotte del centro di recupero tossicodipendenti Maranathà di Mileto. Il cane, in questo caso, era stato colpito mortalmente con un’ascia gettando nello sconforto gli ospiti della struttura. Di più. Ad agosto un altro caso aveva scatenato una vera e propria “caccia alle streghe”. Questa volta a Zungri dove il meticcio Billy, accudito quotidianamente dalla comunità, venne ritrovato con filo di ferro al collo.

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