giovedì,Maggio 16 2024

Parco o parcheggio? Il pasticcio dell’area contesa nel quartiere Pennello

L’Eni vuol farne una piazzola di sosta mentre il Comune di Vibo vorrebbe trasformarla in parco giochi ignorando il Piano di emergenza esterno

Parco o parcheggio? Il pasticcio dell’area contesa nel quartiere Pennello

La buona intenzione che sottende il progetto è assolutamente condivisibile: realizzare in un’area urbana, caratterizzata da elevato degrado ambientale, un piccolo parco opportunamente attrezzato attraverso uso di tappeti erbosi, nuove alberature e giochi inclusivi per i più piccoli, posizionamento di panchine, opportuno arredo urbano nonché installazione di una nuova illuminazione. Nella relazione che accompagna la delibera della Giunta comunale, il sito viene identificato come un’area in cui maggiormente si palesano le condizioni di degrado urbano, di disagio sociale e isolamento. L’obiettivo dichiarato nella relazione è quello di dare una risposta ai cittadini promuovendo un intervento al fine di riqualificare l’area dallo stato di abbandono in cui versa rendendo maggiormente vivibile uno dei quartieri più popolosi dell’intera città. Uno spazio pubblico-si legge ancora- per favorire l’incontro, la comunicazione, l’interazione e il gioco con piantumazione di alberi per l’aumento dell’ombreggiatura che contribuiranno al miglioramento del microclima estivo. Tradotto in soldoni, l’intervento in questione prevede una spesa di 250mila euro.

Ma, come recita un antico aforisma, di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno. In questo caso, le buone intenzioni si sono scontrate con la volontà dell’Eni di procedere, come si legge nella tabella posta all’ingresso del cantiere,  a lavori di “demolizione di due fabbricati in rovina” per liberare un appezzamento di terreno che, probabilmente, verrà adibito come area di sosta per automezzi pesanti. Data prevista per la fine dei lavori, già iniziati: 30/12/2020.

Da parte sua, il Comune è convinto di avere la titolarità di quell’area in virtù di una concessione a titolo gratuito da parte del Consorzio per il Nucleo Industriale di Vibo Valentia avvenuta, come si legge in delibera, in data 26 giugno 2020 (refuso?).

A questo punto, ognuno si chiederà: se l’area è stata concessa in comodato d’uso nel 2002, come mai in ben diciotto anni non è stata mai usata, anzi è stata lasciata in uno stato di forte degrado?

Appare, inoltre, assai difficile da immaginare che l’Eni abbia potuto procedere all’esecuzione dei lavori senza la sicurezza di essere proprietaria del suolo. Sembra, infatti, che l’ente petrolifero sia venuto in possesso, a suo tempo, del bene oggetto di controversia in seguito ad un accordo transattivo con il Nucleo Industriale al quale ha ceduto, come contropartita, una striscia di terreno poi utilizzata dal Consorzio per allargare la strada che costeggia la ferrovia.

Comunque siano andate le cose, c’è da evidenziare che in tutta quella zona sono ben visibili gli avvisi di “Attenzione” posizionati dal Comune di Vibo in cui, richiamando il Piano di Emergenza Esterno, si viene informati che ci si trova in un’area soggetta a Rischio Industriale Rilevante, definita “di sicuro impatto” e caratterizzata da effetti comportanti una elevata letalità per le persone. Circostanza che forse sarà sfuggita agli uffici competenti nell’elaborare il progetto del parco, ma che testimonia come gli insediamenti petroliferi in centri abitati rendano difficile, come anche nel caso dei depositi costieri a ridosso dei lidi balneari, ogni ipotesi di un utilizzo del territorio più vicina alle esigenze delle persone.

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