martedì,Aprile 16 2024

A Maierato un monumento ricorda i concittadini sparsi nel mondo, inaugurata “La valigia dell’emigrante”

L’opera, realizzata dal maestro Antonio La Gamba, dedicata a quanti “hanno lasciato le loro radici in cerca di un futuro migliore”. Il sindaco Silvaggio lancia l’idea di un premio per i maieratani residenti all’estero

A Maierato un monumento ricorda i concittadini sparsi nel mondo, inaugurata “La valigia dell’emigrante”

È stata inaugurata nei giorni scorsi a Maierato, l’opera “La valigia dell’emigrante”, di Antonio La Gamba, che adesso impreziosisce la piazzetta su Corso Garibaldi da poco messo a nuovo dall’amministrazione comunale guidata da Danilo Silvaggio e addobbato per le festività natalizie.

Sponsor dell’opera, in ricordo dei cari genitori, sono Giovanni e Antonio Cugliari della ditta “Domenico Cugliari – Made in Italy” che, insieme al sindaco e all’Amministrazione, «hanno creduto in un progetto che fa veramente di Maierato un paese che pensa in grande, che guarda al futuro senza mai staccarsi dalle sue radici più profonde. Un simbolo che mira, non solo a tale legame ma anche alla continua ricerca della cura dell’arredo urbano».

«L’esperienza migratoria – ricorda i promotori dell’iniziativa – da sempre costituisce un terreno affascinante e la memoria è un elemento fondamentale del processo migratorio: il migrante che lascia la sua terra (culla per eccellenza della sua identità) per raggiungerne una nuova, sente il bisogno impellente di creare un legame con la patria che si è lasciato alle spalle. Questo legame, oggi, si è concretizzato istituzionalmente in collettività che continuano ad essere sostenute e mantenute in vita da migranti di tutte le età, che hanno messo in piedi realtà in cui si respirano le vere e antiche tradizioni italiane, e questo grazie a vecchie e nuove generazioni che non rinunciano al piacere incommensurabile di ricordare le loro origini attraverso balli e cibi tipici di ogni regione». 

Come dice l’artista Antonio La Gamba: «Anche se sparsi per il mondo, il cuore dei nostri emigranti, di ieri e di oggi, rimane attaccato al proprio paese, forse ancora di più di chi ci vive che delle volte, non apprezza la fortuna di essere rimasto». Questa considerazione è alla base della sua opera. La Gamba continua: «Volutamente non ho rappresentato la tradizionale figura del padre che saluta la famiglia per lasciare ad ognuno la possibilità di pensare che quella valigia, appartenga al proprio fratello, amico o parente. La valigia carica e gonfia dei ricordi tenuti stretti dalle corde che lacerano l’animo perché, al di là dei tempi che cambiano, la nostalgia del proprio paese rimane anche a migliaia di chilometri di distanza. Si rimane attaccati alla piazza, al bar, agli amici, alle feste dei santi, agli odori, ai muri screpolati delle case abbandonate». 

La Gamba, creando “La Valigia dell’emigrante”, decide quindi di consegnare ai maieratani «un simbolo forte che se sa un lato contribuisce a ricordare un “pezzo di cuore” che ci appartiene e che è andato per cercare condizioni di vita migliori, dall’altro contribuisce a ricordare a  tutti (amministratori e cittadini) l’importanza di lavorare insieme per impedire nuove migrazioni, per incentivare i giovani a rimanere e far sì che chi è andato via possa scegliere di ritornare». 

La valigia nella Piazzetta dell’emigrante, sottolinea dal canto suo Giovanni Cugliari «rappresenta un “monito per tutta la comunità” e attraverso “la cultura del bello” ci ricorda l’importanza di vivere in un luogo accogliente, ricco di  valori ma anche di potenzialità, ci ricorda l’importanza di contribuire, tutti insieme, al miglioramento delle nostre comunità, affinché la valigia non sia più una costrizione».

«A Maierato – ha aggiunto il sindaco Danilo Silvaggio – si è creato un momento di ricordo ma anche di riflessione sui tanti volti dell’emigrazione: da quelli di chi oggi fugge da guerre e privazioni rischiando la vita con la speranza di un futuro migliore per sé ed i propri figli a quelli di chi tanto tempo fa è partito con la sua valigia di cartone, povera ma ricca di speranza e che mai ha spezzato il legame con la terra di origine. Da queste consapevolezze, abbiamo sviluppato l’idea di un premio annuale per dare vita e continuità a un progetto che è molto più ampio: ogni anno, nel mese di agosto, nelle varie comunità maieratane all’estero verrà selezionata una famiglia a cui sarà assegnato, simbolicamente, un cuore che verrà messo sulle pareti delle case in cui vivevano i propri nonni o i propri genitori prima di emigrare. Il progetto mira a mantenere viva la memoria e soprattutto a non spezzare, ma al contrario a rafforzare, il filo che unisce ogni emigrante alla propria terra».

 

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