venerdì,Marzo 29 2024

Inchiesta sul cimitero di Tropea, fra interrogatori di garanzia, nomine e imbarazzi

Il gip sentirà domani gli arrestati, uno dei quali difeso dal figlio dell’assessore ai servizi cimiteriali. I Trecate già a giudizio per armi e truffa ai danni del Comune con la giunta che dovrà presto deliberare la costituzione di parte civile per gli orrori sui defunti

Inchiesta sul cimitero di Tropea, fra interrogatori di garanzia, nomine e imbarazzi

Sono stati fissati per domani mattina (11 febbraio) alle ore 10.00 gli interrogatori dinanzi al gip del Tribunale di Vibo Valentia, Marina Russo, delle tre persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alla luce gli orrori che avvenivano da tempo nel cimitero di Tropea con la distruzione e soppressione dei cadaveri e la violazione dei sepolcri. Tutti e tre gli arrestati si trovano attualmente detenuti nel carcere di Vibo Valentia e gli interrogatori da parte del giudice avverranno attraverso un video-collegamento con l’utilizzo di una piattaforma informatica. [Continua dopo la pubblicità]

I DIFENSORI DEGLI ARRESTATI

Francesco Trecate, 62 anni, custode del cimitero di Tropea e dipendente comunale, è difeso dall’avvocato Sandro D’Agostino; Salvatore Trecate, 38 anni (figlio di Francesco) è assistito dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, mentre Roberto Contartese, 53 anni, è difeso dall’avvocato Francesco Muscia.

UNO DEGLI ARRESTATI DIFESO DAL FIGLIO DELL’ASSESSORE AI SERVIZI CIMITERIALI

Dalle nomine dei difensori fatte dagli arrestati salta subito all’occhio una circostanza che a Tropea e dintorni sta suscitando in queste ore non poche perplessità e rischia di creare ulteriori imbarazzi. L’arrestato Roberto Contartese è infatti difeso dall’avvocato Francesco Muscia che è anche il figlio dell’assessore comunale di Tropea, Erminia Graziano, che oltre alla Viabilità, al Decoro urbano ed alle Pari opportunità, detiene pure la delega ai Servizi cimiteriali. Sottolineiamo subito che ogni arrestato ha diritto a nominare l’avvocato che meglio crede ed ogni avvocato ha il dovere di difendere i propri assistiti. Nulla di illegittimo – ripetiamo – nella nomina di Francesco Muscia da parte dell’arrestato Roberto Contartese, ma quanto all’opportunità che il figlio dell’assessore ai servizi cimiteriali (legittimamente, ripetiamo) difenda un indagato in una vicenda delicatissima in cui il Comune è parte lesa, sono in molti a Tropea e dintorni a storcere il naso anche per la rilevanza dell’inchiesta finita persino all’attenzione della stampa estera. [Continua in basso]

L’assessore Erminia Graziano

IL COMUNE PARTE LESA E IL POSSIBILE IMBARAZZO IN GIUNTA

Stando così le cose, ben si comprende che il Comune di Tropea – che nell’inchiesta è parte lesa – si troverà presto a dover deliberare come giunta comunale, guidata dal sindaco Giovanni Macrì, la costituzione di parte civile nell’instaurando procedimento penale che vede fra gli arrestati un proprio dipendente comunale, Francesco Trecate (ed il figlio di quest’ultimo). In altre parole, l’assessore ai servizi cimiteriali Erminia Graziano – unitamente agli altri componenti della giunta comunale fra cui l’assessore agli Affari generali del Comune, Greta Trecate, nipote di Francesco Trecate e cugina di Salvatore Trecate – si ritroverà presto a dover decidere sulla delibera di costituzione del Comune quale parte civile in un procedimento penale in cui uno degli arrestati (Roberto Contartese) è difeso quale avvocato (legittimamente, ribadiamo) dal proprio figlio Francesco Muscia. Una situazione paradossale che non capita di certo tutti i giorni e che a Tropea e dintorni sono in tantissimi a pensare che si sarebbe potuta e dovuta evitare, al di là delle probabili astensioni dal voto in giunta su una futura delibera di costituzione dell’ente quale parte civile da parte degli assessori Erminia Graziano e Greta Trecate. [Continua in basso]

Franco Trecate, Salvatore Trecate e Roberto Contartese

LA SOSPENSIONE DI FRANCESCO TRECATE

Il responsabile dell’area amministrativa del Comune di Tropea, Rocco Faga, con propria determina, ha intanto sospeso d’ufficio il proprio dipendente Francesco Trecate “sino all’esito della misura cautelare di restrizione della libertà personale”. Con la stessa determina si è anche deciso che al dipendente sospeso Francesco Trecate venga corrisposta un’indennità pari al 50% dello stipendio, nonchè gli assegni del nucleo familiare e la retribuzione individuale di anzianità ove spettanti.

TRECATE GIA’ SOTTO PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DEL COMUNE

Il dipendente comunale e custode del cimitero, Francesco Trecate, ora arrestato – nel settembre scorso premiato pubblicamente dal sindaco Giovanni Macrì per “abnegazione al lavoro” – si trova già sotto processo per il reato di truffa ai danni del Comune di Tropea. Nel novembre scorso, infatti, il gup del Tribunale di Vibo l’ha rinviato a giudizio insieme a Saverio Mazzitelli. Secondo l’accusa, in concorso fra loro ed in tempi diversi (da gennaio ad aprile 2016), con artifizi e raggiri si sarebbero allontanati reiteratamente dal posto di lavoro per finalità estranee al servizio, celando tale condotta astenendosi scientemente dal timbrare il cartellino marcatempo in uscita ed al rientro oppure scambiandosi i cartellini per timbrarli ciascuno a vantaggio dell’altro. In tal modo avrebbero indotto in errore il Comune di Tropea circa l’effettivo svolgimento del servizio, procurandosi un ingiusto vantaggio patrimoniale corrispondente alla retribuzione non dovuta. Il processo nei loro confronti inizierà il 12 marzo prossimo dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia. Nella medesima inchiesta – chiusa dal pm Concettina Iannazzo nel febbraio 2018 – è rimasto coinvolto anche Salvatore Trecate (figlio di Francesco ed ora anche lui arrestato per gli orrori al cimitero di Tropea) che ha scelto il rito abbreviato. In questo caso, Salvatore Trecate ed il suocero Francesco Medile sono accusati della detenzione illegale di una pistola semiautomatica calibro 45, marca Colt, con matricola contraffatta. Sempre a Salvatore Trecate (che ha confessato al momento dell’arresto la detenzione illegale dell’arma) e Francesco Medile viene poi contestato di aver detenuto illegalmente 97 munizioni calibro 45. Per il solo Salvatore Trecate l’ulteriore accusa di porto ingiustificato di un coltello a serramanico con una lama di 8 centimetri, rinvenuto dai carabinieri nella tasca del giubbotto indossato al momento di una perquisizione personale ed infine l’accusa di aver detenuto 200 munizioni calibro 45 e 100 munizioni calibro 9×21. 

Il sindaco Macrì mentre premia il dipendente Trecate

Stando così le cose, sono in molti a Tropea, e non solo, a chiedersi come sia stato possibile che il sindaco Giovanni Macrì nel settembre scorso abbia concesso una benemerenza pubblica “per abnegazione al lavoro” al dipendente comunale Francesco Trecate (ora arrestato) sul quale pendeva già una richiesta di rinvio a giudizio per truffa ai danni del Comune la cui vicenda (unitamente a quella del figlio arrestato per armi e munizioni) era stata ampiamente resa nota da tutta la stampa (LEGGI QUI: Truffa in concorso al Comune di Tropea e detenzione illegale di armi: chiuse le indagini).

Da ricordare, infine, che sia Francesco Trecate che il figlio Salvatore, così come altri quattro strettissimi congiunti dei Trecate e tre attuali amministratori comunali (all’epoca consiglieri comunali di minoranza) sono finiti pure nella relazione della Commissione di accesso agli atti che ha portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose della precedente amministrazione comunale e dei precedenti organi elettivi dell’ente locale. Resta infine da capire – e su questo le indagini degli inquirenti (Guardia di finanza con il coordinamento del procuratore Camillo Falvo e del pm Concettina Iannazzo) vanno avantichi e perché dal profilo del social network facebook del Municipio di Tropea ha cancellato nelle scorse settimane alcuni commenti pubblici in cui si denunciava ciò che stava accadendo nel locale cimitero.

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