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Ma guarda che strana coincidenza. Un violento incendio si è verificato nella tarda mattinata di oggi nell’area della Mileto antica, sulla collina dove persistono i ruderi dell’abbazia della Santissima Trinità. Guarda caso, proprio a poche ore dalla riapertura del Parco archeologico medievale intitolato al vescovo Antonio Maria De Lorenzo in cui insiste. Sul posto, per cercare di domare le fiamme e circoscrivere i danni, vi sono ancora adesso i vigili del fuoco del Comando provinciale di Vibo Valentia.
L’open day del sito che nell’XI secolo ospitava l’antica capitale normanna era previsto alle 17, alla presenza del nuovo responsabile territoriale per la Soprintendenza Abap per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia, Paolo Mighetto, del sindaco Salvatore Fortunato Giordano e di rappresentanze del gruppo in costume “La corte di Ruggero I d’Altavilla” e dei falconieri-etologi “La Potenza del Volo”. Nell’occasione, era stata predisposta anche la visita ai resti della stessa abbazia benedettina e della cattedrale e la presentazione dei risultati emersi dalla recente campagna di scavo. Un programma che a questo punto è saltato.
«Causa incendio che sta interessando la zona della Santissima Trinità – spiega al riguardo il sindaco di Mileto, annunciando il cambio di scaletta – la manifestazione si terrà all’interno della Casa della Cultura, in via duomo». La decisione è stata presa dopo un’attenta valutazione della situazione, ad opera dello stesso primo cittadino di Mileto e del responsabile del sito, e sentiti i vigili del fuoco impegnati in questo momento sul campo.
Non è la prima volta che il Parco archeologico medievale sale agli onori della cronaca per fatti che nulla hanno a che fare con il settore della cultura. Negli anni, tra l’altro, tanti gli episodi da ascrivere addirittura alla nera. Tra gli accadimenti, anche numerosi furti di opere e incendi. A questo punto rimane da capire se quest’ultima combustione è frutto della calura estiva, oppure si è verificata per mano dolosa. Mai come adesso sembrano calzare a pennello le parole che in casi come questi soleva dire il noto politico della Democrazia Cristiana, Giulio Andreotti: «A pensar male si fa peccato… ma spesso si indovina».

