Si accende nuovamente il dibattito politico a Ricadi sui Lavori pubblici, a seguito del recente cedimento del terreno avvenuto nei pressi della nuova piazza Balì, in località Scalea, a Santa Domenica. L'episodio, verificatosi dopo le prime intemperie autunnali, tra i banchi dell’opposizione ha sollevato interrogativi sulla «stabilità dell’area e sulla qualità dei recenti interventi infrastrutturali promossi dall’Amministrazione comunale». La piazza, inaugurata poco prima dell’estate, si trova a ridosso di un costone che ha mostrato segni di fragilità strutturale. Il dissesto, infatti, sarebbe «emerso in concomitanza con le prime piogge, mettendo in luce – secondo l'opposizione – possibili criticità nella progettazione e nell’esecuzione dei lavori». A seguito dell’evento, il consigliere comunale di minoranza Pasquale Mobrici, capogruppo di “Uniti per Ricadi”, ha inoltrato ieri una formale richiesta di accesso agli atti indirizzata al sindaco Nicola Tripodi, all’Ufficio tecnico, al Responsabile unico del procedimento (Rup) e, per conoscenza, anche al segretario comunale. La richiesta, motivata dal «cedimento del terreno adiacente alla piazza», mira a ottenere la documentazione completa, tecnica e amministrativa, relativa all’intervento. Tra gli atti richiesti figurano:

  • Il progetto completo dell’opera, incluse eventuali varianti e autorizzazioni;

  • Il contratto e la procedura d'appalto;

  • Il certificato di regolare esecuzione e il collaudo;

  • Le analisi sui materiali di riempimento e sottofondo;

  • Tutta la documentazione di cantiere, dai piani di sicurezza al giornale dei lavori.

Particolare attenzione viene poi rivolta alla cosiddetta “documentazione post-cedimento”: Mobrici ha infatti richiesto «relazioni e verbali di sopralluogo effettuati dopo lo smottamento, ordini di servizio per la messa in sicurezza e comunicazioni ufficiali tra il Comune, l’impresa esecutrice e la direzione lavori, soprattutto in merito alle opere di contenimento». La trasmissione degli atti, è stato poi specificato nell’istanza, «dovrà avvenire via pec entro e non oltre dieci giorni dalla ricezione della richiesta, ai sensi dell’art. 43, comma 2, del Testo unico degli Enti locali», per consentire al consigliere l'esercizio del proprio mandato ispettivo.

Critiche alla gestione: dalla piazza alla scuola

La vicenda di piazza Balì per l’opposizione non è un argomento isolato. Il gruppo “Uniti per Ricadi” ha recentemente sollevato ulteriori rilievi «sulla gestione amministrativa e sulla qualità delle opere pubbliche nel territorio comunale». Tra i casi citati da Mobrici, quello della scuola di Orsigliadi, dove sarebbe stata «omessa la previsione di uscite di emergenza nei locali Mensa, costringendo a successivi interventi demolitori. Un errore grossolano – definito dal consigliere – che si configura come uno spreco di risorse pubbliche».

Paesaggio, materiali e identità mediterranea

Oltre alle questioni tecniche, l’opposizione insiste anche su un piano più ampio, legato all’impatto paesaggistico e all'identità culturale delle nuove opere. In particolare, viene messo sotto osservazione «l’uso di materiali e colori – ritenuti – estranei al contesto mediterraneo», come nel caso della piazza Balì, realizzata in prossimità della storica Torre Balì, in un'area sottoposta a vincoli paesaggistici». Una circostanza che solleva tra i banchi dell’opposizione una domanda precisa: «La Soprintendenza ha autorizzato l'impiego di finiture non coerenti con l’ambiente costiero? E, più in generale, sono state rispettate le direttive nazionali e regionali in materia di tutela ambientale?».

Secondo “Uniti per Ricadi”, la risposta negativa a questi interrogativi metterebbe in discussione l’intera strategia dell’Amministrazione Tripodi, accusata di «deturpare con scelte incoerenti alcuni dei luoghi di maggiore pregio turistico e ambientale del territorio. Emblematico – rimarca ancora l'opposizione – il caso della cosiddetta “pseudo-piazza” di Grotticelle: uno scempio che ha sostituito i colori caldi e luminosi del Mediterraneo con le tonalità fredde del ‘grigio Dolomiti’, ignorando la tradizione costruttiva locale». Critiche analoghe erano già state sollevate nei mesi scorsi anche in relazione agli interventi al Belvedere di Santa Domenica, dove le opere realizzate avrebbero «alterato il contesto originario, suscitando malumori tra residenti e operatori turistici».

L'appello: «Fermare la perdita di identità»

Per il gruppo di minoranza, la questione è ormai politica e culturale: «La vera emergenza non è solo tecnica, ma estetica e identitaria. Stiamo assistendo a una trasformazione che, sotto la bandiera della riqualificazione, rischia di cancellare l’autenticità di luoghi unici al mondo. Con interventi su Grotticelle, Torre Balì e Capo Vaticano – concludono – ci stiamo giocando i gioielli più preziosi del nostro territorio. È necessario un cambio di rotta. Deturpare l’identità mediterranea non è solo un errore di gusto, è un danno concreto al turismo e all’immagine collettiva. Occorre agire, prima che sia troppo tardi». 

Dall’Amministrazione comunale, nel frattempo, non sono giunte repliche ufficiali alla richiesta di accesso agli atti, né commenti in merito alle accuse avanzate dal gruppo di opposizione. Resta da capire se, nei tempi previsti dalla normativa, quanto richiesto sarà fornito e se emergeranno responsabilità o criticità nella gestione dell’intervento. Intanto, il cedimento in atto a piazza Balì continua a rappresentare un simbolo, per l'opposizione, di una gestione ritenuta «frettolosa e priva di visione», mentre per alcuni cittadini rimane un campanello d’allarme su «come vengono realizzate e custodite le opere pubbliche in un contesto paesaggisticamente fragile e strategicamente turistico come quello di Ricadi».