giovedì,Aprile 25 2024

“Ricordare per costruire”, a San Calogero si viaggia a ritroso sui passi della memoria

Il culto del passato “per affrontare il futuro” è stato al centro di un interessante convegno tenutosi nell’aula consiliare del Comune. Presenti diversi intellettuali vibonesi

“Ricordare per costruire”, a San Calogero si viaggia a ritroso sui passi della memoria

Ricordare per costruire”, questo il nome dato all’interessantissimo convegno tenutosi nel pomeriggio nella sala consiliare del Municipio di San Calogero. L’evento, inserito nel quadro delle iniziative del “Maggio dei libri sancalogerese”, è stato promosso dall’assessore alla Cultura, Caterina Grillo, unitamente ai volontari del servizio civile del Comune di San Calogero. L’incontro, ha visto la presenza di diversi intellettuali di prim’ordine, a cominciare dallo storico vibonese, cittadino onorario di San Calogero, Corrado Romano, al giornalista scrittore Vincenzo Varone e allo scrittore Mimmo Mazzeo. A fare gli onori di casa ci ha pensato il primo cittadino, Nicola Brosio.

Il tema, come ben si comprende dal titolo della manifestazione, è stato il culto della memoria: coltivare la memoria come leva per costruire un domani migliore, giacché per dirla con Carlo Levi “il futuro ha un cuore antico”. In sala, per l’occasione, sono stati esposti i libri appartenenti alla sezione storica della biblioteca comunale, relativi al periodo che va dall’anno 1873 al 1955.

A intavolare la discussione ci ha pensato subito lo scrittore Corrado Romano, il quale si è prodotto in un breve excursus storico delle vicende sancalogeresi e calimeresi, dal 1803 al 1901. Si è così potuto apprendere come ai primi dell’800 San Calogero e Calimera costituissero due municipalità distinte e separate (con due sindaci e due baronie diversi), fino all’avvento dei Borbone, i quali, per far risparmiare danaro all’erario pubblico, soppressero un ente comunale, fissando in San Calogero il capoluogo, a scapito di Calimera. Decisione, quest’ultima, che non è mai piaciuta ai calimeresi, risoluti a riprendersi il rango di capoluogo, tanto da schierarsi con Garibaldi, durante la risalita dello Stivale, e sperando con questa mossa, di ribaltare l’indigesto status di subalternità. La cosa, ebbe ripercussioni anche sul plebiscito d’annessione al nuovo Regno d’Italia, nel 1861: gli abitanti di Calimera votarono per l’annessione, mentre quelli di San Calogero contro, temendo che i nuovi governanti potessero eleggere Calimera capoluogo. Il cambio di capoluogo non venne, però, mai effettuato, così Calimera rimase frazione, veste istituzionale che ricopre ancora oggi.

A prendere la parola è stato poi il giornalista Vincenzo Varone, il quale si è soffermato sull’importanza di custodire e coltivare la memoria come mezzo per edificare il futuro. Per dare fondamento alla propria argomentazione, Varone, ha ricordato, chi siamo stati – come calabresi – e che ruolo abbiamo ricoperto in passato, citando la bellissima poesia “Migranti” dell’indimenticato Franco Costabile. Sulla stessa lunghezza d’onda di Varone, lo scrittore Mimmo Mazzeo, il quale ha sottolineato la necessità di cristallizzare il ricco patrimonio culturale locale (le piccole storie che fanno la grande storia), ricorrendo anche alla stesura di testi scritti, per tramandarlo ai posteri. A margine dell’iniziativa, i ragazzi del servizio civile hanno avuto modo di presentare un proprio lavoro editoriale: il libro-raccolta, dal titolo “100 e più vie per la pace”, che riassume le biografie e le motivazioni dei conferimenti ai 104 premi Nobel per la pace, dal 1901 a oggi. I proventi del libro saranno impiegati per l’acquisto di materiale per la biblioteca comunale.

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