martedì,Maggio 28 2024

Morto Eugenio Scalfari, uno dei più grandi giornalisti del nostro Paese e con radici vibonesi

Il padre nato a Vibo Valentia, al tempo Monteleone di Calabria, come il nonno e il bisnonno. Le loro esistenze intrecciate alle grandi guerre, a D’Annunzio e Garibaldi

Morto Eugenio Scalfari, uno dei più grandi giornalisti del nostro Paese e con radici vibonesi
Il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari
Eugenio Scalfari

È morto all’età di 98 anni Eugenio Scalfari. Il decano del giornalismo italiano si è spento oggi all’età di 98 anni. A darne notizia è Repubblica. Con la morte di Scalfari il giornalismo italiano perde una delle sue figure di maggior rilievo in assoluto. Classe 1924, Scalfari aveva intrapreso la carriera di giornalista e scrittore fin dalla giovinezza, quando era ancora studente, ma sicuramente il suo nome resterà indissolubilmente legato ai due giornali che ha fondato: il settimanale l’Espresso, nel 1955 insieme ad altri, e il quotidiano Repubblica nel 1976. Aveva cominciato la sua carriera in epoca fascista – periodo di cui dopo parlerà e scriverà molto come sottolinea Simonetta Fiori nel suo ricordo su Repubblica – scrivendo poi per il Mondo di Pannunzio e L’Europeo.

Suo padre, Pietro, era nato nell’allora Monteleoneoggi Vibo Valentia – così come suo nonno, dal quale prende il nome e che è stato una figura di rilievo nel quadro culturale in cui è vissuto: docente al Ginnasio, l’attuale Liceo “Morelli”, e anch’egli giornalista e scrittore. Anche il bisnonno era nato a Monteleone. [Continua in basso]

Pietro Scalfari – nato a Monteleone il 7 febbraio 1896 – fu eroe della Grande guerra, legionario a Fiume, amico di D’Annunzio che gli dedicò anche una poesia. E poi direttore del Casinò di Sanremo. Soprattutto uomo: «Affascinante e infingardo, colto e strano», scrisse di lui Eugenio Scalfari, che già nel suo “Racconto autobiografico”, pubblicato nel 2017, lo ricordava come «molto vitale e molto impetuoso, gioioso e audace».

Gli atti custoditi nell’Archivio storico del Comune di Vibo certificano le radici vibonesi del fondatore di Repubblica: libroni vecchi, affascinanti, ben conservati.

Eugenio Scalfari, su l’Espresso, raccontò che la famiglia nel 1943 si trasferì a Roma. Poi, per un paio d’anni, tornò in Calabria, a vivere sulle terre di famiglia. Sui registri custoditi a Vibo è segnata anche la data del matrimonio di Pietro, celebrato a Civitavecchia, dove poi, il 6 aprile del 1924, nacque colui che sarebbe divenuto uno dei maestri dell’informazione italiana.

Da Monteleone a Vibo Valentia grazie ad Eugenio Scalfari nonno

Eugenio Scalfari nel petto ha un cuore calabrese e vibonese. Qui nacque suo padre, ma anche suo nonno, del quale porta il nome. Anzi, furono proprio le “battaglie culturali” di Eugenio Scalfari nonno, sin dalla fine dell’Ottocento, a far cambiare nome a Monteleone di Calabria. Eugenio nonno scoprì il nome greco della città: «Hipponium, poi foneticamente modificato in Vibonium, cui il senato romano aggiunse Valentia, dopo che la città aveva resistito ad Annibale».
Anche il bisnonno, nella vecchia Monteleone di Calabria, era figura di rilievo. Si chiamava Pietro Paolo. Comandante della guardia urbana. Fu lui ad accogliere – rammenta Eugenio nel suo “Racconto autobiografico” – Giuseppe Garibaldi quando fece il suo ingresso in città. Correva l’anno 1860.

top