Mettete viole nei vostri cannoni, il sindaco Signoretta in viaggio verso Kiev con i fiori simbolo di Ionadi: «Le pianteremo in Ucraina»
Il primo cittadino è l’unico amministratore italiano che parteciperà a una serie di incontri con funzionari e parlamentari ucraini: «Ecco come possiamo renderci utili». Dal dono di mezzi di trasporto ai progetti di interscambio
È partito ieri e, al momento in cui lo raggiungiamo al telefono, si trova a Varsavia. Il sindaco di Ionadi Fabio Signoretta, uno dei più giovani d’Italia, è diretto a Kiev, dove arriverà domattina dopo oltre 17 ore di treno. Unico primo cittadino del Bel Paese ad “avventurarsi” in questo lungo viaggio, nella capitale ucraina prenderà parte a una serie di incontri organizzati dalla presidente nazionale dei Radicali Italiani, Patrizia De Grazia.
Gesto simbolico contro la guerra
Ma non solo, il suo obiettivo è anche quello di portare un messaggio di pace. E a tal proposito ha con sé dei doni che consegnerà nelle mani dei sindaci ucraini che incontrerà da domani a venerdì a Kiev. «Ionadi è il paese delle viole, ho portato dei semi che pianteremo lì insieme ai colleghi ucraini. Un modo per dire no alla guerra, per dire che noi non portiamo armi ma fiori», spiega Signoretta. La guerra, quella che tra poche ore si troverà a solamente qualche centinaio di chilometri. «Fa uno strano effetto, sì», ammette.
I possibili progetti in campo
Signoretta per tre giorni parteciperà a incontri con sindaci e parlamentari ucraini nonché col governatore della regione di Poltava, confinante con quella di Kharkiv. Incontri che seguono la visita di una delegazione ucraina in diverse città italiane, sempre dietro la regia dei Radicali italiani. Una visita esplorativa quella del giovane sindaco di Ionadi, per capire come rendersi utile a una popolazione oggi in forte difficoltà a causa della guerra. «Parleremo di una serie di protocolli d’intesa che sarà possibile attivare a livello regionale e locale – spiega Signoretta -. Nel primo caso l’obiettivo sarà quello di contribuire a risollevare le infrastrutture ucraine, con la possibilità ad esempio di donare o anche vendere mezzi di trasporti a un Paese che non ha più le industrie necessarie per produrli. A livello locale invece scopo di tali protocolli d’intesa è quello di promuovere uno scambio di informazioni e conoscenze tra ucraini e italiani, dal campo della medicina a quello dell’informatica passando per temi importanti come i diritti».
Le ricadute su Ionadi
Ma come si tradurrà tutto questo in concreto per piccola una comunità come Ionadi? «L’intenzione della mia amministrazione è quella di aprire delle call per coinvolgere professionisti locali, ionadesi ma anche del resto del territorio, affinché possano animare degli interscambi a distanza con la popolazione ucraina. Parlare, confrontarsi con chi vive laggiù e sogna di diventare europeo. Una opportunità per gli stessi professionisti, che potranno così accrescere le loro competenze e il proprio bagaglio di esperienze».