domenica,Maggio 12 2024

Ordine dei medici, la sfida di Enzo Natale: «Ora è il momento di cambiare»

Il primario del Pronto soccorso di Vibo si propone per la presidenza dell’organismo di rappresentanza, puntando tutto su “unità e rinnovamento” per spodestare l’uscente Antonino Maglia

Ordine dei medici, la sfida di Enzo Natale: «Ora è il momento di cambiare»

È il direttore dell’Unità operativa complessa di Pronto soccorso e Medicina d’urgenza dell’Asp di Vibo nonché presidente della Società italiana di Medicina di emergenza urgenza e catastrofi Simeu Calabria. Il primario Vincenzo Natale ambisce, ora, anche a rappresentare in toto la classe medica vibonese sfidando la presidenza uscente del Consiglio dell’Ordine provinciale incarnata dal collega Antonino Maglia, nell’appuntamento elettorale del 12 e 13 settembre prossimi.

Lo fa con il supporto della lista “Uniti nel rinnovamento” che annovera tra i candidati consiglieri Francesco Arena, Stefania Barone, Raffaele Bava, Francesco Del Giudice, Antonio Falduto, Francesco Mio, Antonella Tripodi e, in qualità di candidati come revisori dei conti Vincenzo Massimo Prestia, Peppino Vadalà, Federica Aurora Passafaro. Al suo fianco anche una lista composta da odontoiatri, con identica denominazione, composta da Giuseppe Purita, Francesco Maria D’Aguì, Giovanni Domenico D’Ambrosio, Carmen Ferraro, Sergio Marturano. [Continua]

Vincenzo Natale

La proposta di Natale ai circa 1300 medici iscritti all’Ordine vibonese si sostanzia in quello che l’interessato definisce un «percorso culturale ed etico che mira ad obiettivi strategici che hanno come denominatore comune la parola “Uniti”». Per l’appunto un programma di “Unità nel rinnovamento” «con 15 punti chiave che sono sempre ispirati dal sostantivo unità: “Uniti” per trasformare l’Ordine dei medici nel primo riferimento per tutta la professione (Casa comune); uniti perché è meglio che essere dispersi; per dare ai giovani ed agli operatori del settore l’orgoglio di un sistema sanitario d’eccellenza; per superare la precarietà, la disoccupazione, la sottoccupazione; per la qualità delle cure; per garantire la sicurezza sul lavoro; per il diritto al congruo compenso; per contrastare chi specula sulla pelle dei colleghi e dei pazienti; per creare un referente della professione in ogni struttura sanitaria; per difendere la dignità della professione e l’esclusività dell’atto medico diagnostico-terapeutico; per combattere la tecnocrazia in sanità; per combattere contro la sanità low-cost; per combattere la burocrazia inutile; per favorire l’inserimento dei giovani medici a pieno titolo nel mondo del lavoro; per il rispetto della libera professione e per il riconoscimento delle discipline mediche non specialistiche».

Pluriennale l’impegno ordinistico di Natale che ora, in qualità di aspirante leader del nuovo Consiglio, rimarca i suoi principi ispiratori: da «professionalità e lavoro medico per difendere e modernizzare la professione medica: in particolare la necessità di eliminare le aggressioni verso gli incolpevoli medici, come l’ultimo deprecabile episodio che ha avuto suo malgrado protagonista la collega della Guardia medica di Vibo Marina, cui i componenti della lista esprimono la loro collegiale solidarietà»; quindi l’aspirazione a «ritrovare dignità, indipendenza e l’originario e imprescindibile spirito deontologico che ne è alla base».

Natale esorta: «Adesso bisogna andare oltre. Oggi è da qui che dobbiamo partire se davvero ha senso pensare all’Ordine come la Casa comune dei medici vibonesi. Ed oggi è da qui che dobbiamo proseguire per allacciarci, finalmente, a quel patrimonio di esperienze che in altre realtà benchmarking hanno già sviluppato in termini di performance, metodologia della formazione, di adeguamento delle linee guida, di eticità e collegialità. Da qui dobbiamo continuare per dimostrare nei fatti che parlare di etica significa confrontarsi, sviluppare un concetto di rete, di omogeneità». Scelta sulla quale «è necessario il massimo dell’informazione perché vi sia certezza e condivisione di un obiettivo che ci dà appartenenza ad una comunità che non è più solo scientifica ma anche didattica ed organizzativa; che ci fa seguire un percorso che, superando campanilismi e localismi, ci avvicini progressivamente con la razionalità critica e scientificamente fondata, ad un confronto tra modelli culturali e ad una promozione della qualità della professione: del sapere, saper fare e saper essere medico. Questa caratterizzazione programmatica merita, oggi più che mai, di essere promossa e sviluppata come fondamentale per la vita e per l’autonomia dell’Ordine».

Perché, spiega in conclusione, «operando in modo diverso, il rischio è quello di rimanere imprigionato nelle maglie degli interessi contrapposti e degli schieramenti vis a vis. Finiremmo, così, per mancare il vero obiettivo, che è quello dell’aggregazione e della qualità delle proprie idee: la qualità è un problema culturale personale e di categoria». Dunque «tutti in cammino nella direzione dell’unità e del rinnovamento del nostro organismo professionale, amministrativo e giuridico, marciando spediti verso l’impegno professionale e di servizio al paziente, a tutti i suoi livelli di competenza e di responsabilità».

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