giovedì,Aprile 25 2024

Tirocini bloccati dal Dpcm, il Comune di Briatico chiede la riattivazione

Il sindaco Vallone ai primi cittadini del territorio: «Stiliamo un documento unitario da presentare alla Regione»

Tirocini bloccati dal Dpcm, il Comune di Briatico chiede la riattivazione
Il Comune di Briatico

Con l’entrata in vigore dell’ultimo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri e l’istituzione della zona rossa in Calabria, la Regione ha sospeso le attività di tirocinio dei lavoratori ex percettori di mobilità in deroga. Nel dettaglio, si tratta di operatori in servizio in diversi enti all’interno dei quali svolgono un ruolo di vitale importanza per il funzionamento della macchina burocratico-amministrativa. Anche Briatico – così come in diversi municipi del Vibonese- ha dovuto fare conti con le recenti disposizioni registrando conseguenze di non poco conto, soprattutto nella gestione e organizzazione delle attività all’interno degli uffici comunali.

Il sindaco Lidio Vallone, raccogliendo le istanze dei lavoratori e in rappresentanza dell’amministrazione, è intervenuto sull’argomento chiedendo alla Regione maggiori tutele per la categoria e la revoca dell’atto con cui la sospensione dei tirocinanti è stata cristallizzata: «Non riusciamo a comprendere le ragioni di tale provvedimento che ci appare alquanto insensato. I tirocinanti – evidenzia – sono ragazzi preparati che stanno dando una grossa mano agli uffici comunali. Qui a Briatico sono impiegati in diversi settori, dall’Urbanistica all’Anagrafe. Invece ad oggi ci ritroviamo con uffici vuoti. Anche il Protocollo, anima di un Comune, é scoperto». Eppure le condizioni per lavorare, anche in questa difficile fase emergenziale, fa presente il sindaco, ci sono: «Non ci sono neanche rischi assembramenti visto il poco personale a disposizione del municipio».

Infine il primo  cittadino lancia un appello ai colleghi del territorio affinché prendano posizione: «Insieme ai sindaci che condividono la proposta potremmo stilare un documento comune per chiedere di rivedere l’atto e tutelare il lavoro dei nostri tirocinanti».

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