venerdì,Aprile 26 2024

Vibo Valentia, qui se non si muore di coronavirus si muore di fame

Dai numeri dei contagi e dei morti a causa della pandemia, alla crisi dell’economia: al primo trimestre del 2020 in provincia ben 96 imprese cessate. Devastante il colpo al commercio

Vibo Valentia, qui se non si muore di coronavirus si muore di fame
Corso Vittorio Emanuele III a Vibo Valentia

Dati della Protezione civile: sono stati 1.204 i contagiati, 26 le persone morte per coronavirus nella provincia di Vibo Valentia sin dall’inizio della pandemia. I numeri, così freddi e pur sempre drammatici, raccontano che questa, tra le realtà più povere d’Europa, è tra quelle che in Italia (terzo paese al mondo per numero dei decessi in rapporto alla popolazione residente) malgrado tutto ha versato meno lacrime a causa del Covid 19. I grafici raccontano di un’evoluzione del contagio che dalle poche unità di marzo e aprile, registra un’autentica esplosione autunnale, durante la seconda ondata pandemica, con un’impennata dei 122 casi dell’1 ottobre ai ben 944 del 30 novembre.

La sanità, nonostante le croniche criticità legate ai deficit strutturali del vecchio Jazzolino, al turn over e alla carenza di medici ed infermieri, alla biblica attesa del nuovo ospedale, ha retto. A crollare, invece, è stata l’economia. Al terzo trimestre del 2020 (Dati del Registro delle imprese elaborati da Inps) ben 96 imprese sono state cancellate, 14 sono state sciolte o sono andate in liquidazione, 32 hanno chiuso proprie unità locali. Alcune variazioni percentuali, in rapporto al terzo trimestre 2019, sono da brivido: si pensi, ad esempio, che in Italia si è registrata comunque una riduzione generale delle imprese in scioglimento o in liquidazione, pari al -15,9%, mentre nel Vibonese si arriva addirittura ad un +75%; se in Italia il numero degli addetti registra una variazione percentuale del -3,1% rispetto al terzo trimestre 2019, nel Vibonese si tocca il -6,5%. Le statistiche relative alle imprese cessate al settembre 2020 offrono un quadro chiaro dei settori in maggiore sofferenza: -33 aziende del commercio, -13 del turismo, -11 dell’agricoltura, -9 tra le manufatturiere, energia o minerarie, -7 tra quelle delle costruzioni.  La pandemia praticamente ha dato il colpo di grazia ad una economia già in ginocchio da anni. Qui, se non si muore per Covid, si rischia di morire di fame.

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