venerdì,Marzo 29 2024

Caso Prefettura, Pacilè (Sel): «Politica inadeguata e concentrata sulla poltrona»

TIENE ancora banco la vicenda dell’accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia a quella di Catanzaro.

Caso Prefettura, Pacilè (Sel): «Politica inadeguata e concentrata sulla poltrona»

Ad irrompere nel dibattito, che già da giorni registra interventi senza soluzione di continuità, è ora Sinistra ecologia e libertà che affida il suo pensiero al segretario cittadino, Francesco Pacilè. Per l’esponente della sinistra ecologista, la serrata dell’Utg di Vibo Valentia rappresenterebbe nient’altro che «l’ennesimo attacco ad una provincia che non ha dei rappresentanti istituzionali degni di questo nome». Pacilè arriva a riconoscere che «l’ultimo grande politico che il nostro territorio ha avuto, pur con luci ed ombre e con idee politiche diametralmente opposte, è stato il senatore Antonino Murmura», decisivo nella conquista di una dignità “provinciale” per il territorio grazie alla quale la città è riuscita ad ottenere una serie di importanti Enti. Presidi che oggi vanno scomparendo uno ad uno: «si è iniziato con la Provincia e con la Camera di Commercio, si sta continuando con la Prefettura, la Questura e i Vigili del fuoco. E chi può dire non si continuerà con tribunale e l’ospedale?». Quindi il focus si sposta suoi «nostri rappresentanti in parlamento: possibile non sapessero nulla? Forse – è la risposta – erano più impegnati a salire sul carro del vincitore per garantirsi il seggio nel 2018». Non solo. Chi «in questi due anni ha sostenuto il governo Renzi si è reso complice di tutta una serie di aberrazioni a svantaggio del Sud e del Vibonese». Errori che Pacilè elenca: «votando il “Jobs act” si è reso complice del latrocinio di 3 miliardi e 500 milioni di euro di fondi per il Meridione; votando la “Buona scuola” si è reso complice dell’esodo di centinaia di professori; votando lo “Sblocca Italia” si è reso complice di trivellazioni petrolifere e cementificazioni selvagge. Senza contare – insiste – che tacendo sul taglio di ben 7 miliardi di cofinanziamento ai fondi Ue per il Mezzogiorno, sul 97% di finanziamenti Ue alle ferrovie del Nord e solo il 3% a quelle del Sud, sulla poca considerazione che lo Stato centrale ha verso il porto di Gioia Tauro si è incentivato l’ennesimo “sacco del Sud”». Ancor peggio si è fatto nel Vibonese, dove le mancanze della politica sono da individuarsi «nelle innumerevoli passerelle senza risposte concrete nelle vertenze della Provincia, dell’Italcementi, della stessa prefettura». Latitanze che «in una qualunque democrazia, avrebbero come immediata conseguenza la richiesta corale di dimissioni, o la mancata riconferma alla prossime elezioni politiche». Non in Italia, non in Calabria, dove, per Pacilè, la «nuova legge elettorale darà un parlamento composto per i 2/3 da nominati, premiando chi salta sul carro del vincitore con posti da capolista. Certo sarebbe bello – aggiunge – che i nostri deputati avessero anche l’ambizione di servire quel territorio e quei cittadini che gli hanno garantito un posto nei palazzi del potere». La considerazione finale del segretario di Sel è amara: «nel frattempo il territorio muore, i disoccupati crescono, i giovani emigrano e a volte si ha l’impressione che lo svuotamento delle istituzioni territoriali abbia come scopo quello di trasformare dolosamente i cittadini in sudditi, buoni solo al momento del voto».

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