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Il Corsivo | Comune di Vibo e Servizi sociali: il disastro di un assessore in balia di se stessa

Tiene banco l’utilizzo dei fondi destinati ai “senza fissa dimora” e la rendicontazione di 30.000 euro a fronte dei 15.000 effettivamente ricevuti dall’ente

Il Corsivo | Comune di Vibo e Servizi sociali: il disastro di un assessore in balia di se stessa
Il Comune e, nei riquadri, Rosamaria Santacaterina e Antonino Roschetti
Rosamaria Santacaterina

Attenuatesi l’eco dell’abbandono del Partito Democratico da parte di Stefano Luciano, torna al centro del dibattito politico l’esecutivo Limardo. Nello specifico la tematica attinente l’utilizzo dei fondi destinati ai “senza fissa dimora”. La vicenda merita di essere riassunta ed approfondita in quanto fa emergere l’esatto livello operativo dell’amministrazione, mettendo a nudo non solo il suo scarso interesse nei confronti delle classi sociali più bisognose, ma anche il continuo utilizzo delle “mancate verità” per celare le palesi inadeguatezze. Entrando nel merito va ricordato che i fondi per i “senza fissa dimora” erano stati ottenuti dall’amministrazione Costa, in particolare dall’assessore ai servizi sociali del tempo, Lorenza Scrugli, la quale era riuscita ad ottenere somme ministeriali per un ammontare di 100.000 euro. Nel giugno-settembre 2019 il Comune incamerava la somma di 15.000 mila euro corrispondente ad una anticipazione del 15%, la quale andava spesa e rendicontata entro il termine massimo del 31/12/2021, pena la restituzione della stessa e la perdita del residuo importo. Ciò posto, emerge come “l’impegnativo” compito dell’attuale esecutivo era quello di utilizzare le somme procurate da altri a favore degli aventi diritto. Per fugare ogni dubbio su tale capacità, in  data 18 febbraio 2022 l’assessore Santacaterina si presentava in  IV Commissione per rendere chiarimenti sullo stato dell’arte. Ella affermava che la scadenza per l’utilizzo delle somme era stata prorogata a dicembre 2022 e che comunque gli uffici avevano già caricato sulla piattaforma ministeriale una rendicontazione di 30.000 euro. Le affermazioni dell’assessore più che rassicurare i componenti della Commissione ne aumentavano i dubbi, inducendoli a chiedere all’assessore di fornire la prova documentale di quanto asserito.

Il mancato invio della documentazione ha costretto il presidente Roschetti ad una dura presa di posizione nei confronti della Santacaterina, accusata di “mancanza di correttezza istituzionale”. Per completezza informativa occorre aggiungere, stando a quanto fatto trapelare dagli uffici comunali, che dopo la sfuriata di Roschetti allo stesso sarebbe stata consegnata della documentazione chiarificatrice. Al momento le uniche certezze sono rappresentate in primis da quanto messo nero su bianco dai competenti uffici comunali i quali hanno attestato, smentendo l’assessore, che le somme incamerate ammontano a 15.000 e non a 30.000 euro e che le stesse non sono state movimentate, ed in secondo luogo da quanto si legge sulla piattaforma ministeriale in ordine alla data di scadenza rimasta confermata a dicembre 2021. Alla luce di quanto detto va fatta un’unica annotazione: l’affermazione dell’assessore relativa alla rendicontazione di 30.000 euro a fronte dei 15.000 effettivamente ricevuti dall’ente corrobora i dubbi nutriti dai componenti della Commissione, salvo i soliti strani “giochi di prestigio” inerenti lo spostamento di somme da un capitolo di spesa all’altro attraverso i quali si tenterà di trovare un supporto alle dichiarazioni dell’assessore. Vedremo, non appena il presidente Roschetti renderà noto il contenuto della documentazione fornitogli, cosa riusciranno a tirar fuori dal cilindro.

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