Il Corsivo| Comune di Vibo: i soliti guazzabugli della Teti per supportare la Santacaterina
Somme spostate da un capitolo di spesa ad un altro e rendicontate per un importo doppio. Le verità mancate si scontrano con i fatti, mentre la dirigente tenta di coprire l’assessore alle Politiche sociali
Appena ieri ci eravamo occupati della vicenda relativa all’utilizzo dei fondi ottenuti dal Comune nell’ambito del bando “senza fissa dimora” ed oggi, alla luce delle astrusità venute fuori dai “documenti giustificativi” che avrebbero dovuto suffragare le affermazioni dell’assessore Santacaterina, siamo costretti a ritornare sull’argomento. Avevamo preventivato, conoscendo ormai fatti e personaggi, che per supportare le “mancate verità” dell’assessore ai servizi sociali, si sarebbe fatto ricorso ai soliti “giochi di prestigio” incentrati sullo spostamento di somme da un capitolo di spesa ad un altro. I fatti hanno confermato le nostre intuizioni, anzi sono andati oltre, raggiungendo gli apici di una ipotetica scala di misurazione delle castronerie. Per comprendere in che mani si trova la città, occorre partire dalle rassicurazioni fornite dall’assessore in IV commissione e confrontarle con quanto è poi emerso in fase di verifica della documentazione “chiarificatrice”. La Santacaterina aveva sostenuto le seguenti circostanze: 1) la scadenza del bando era stata prorogata da dicembre 2021 a quello successivo; 2) gli uffici avevano già utilizzato e rendicontato la somma di 30.000 euro.
E’ invece poi emerso che non era stata concessa nessuna proroga esistendo solamente una richiesta avanzata in tal senso dalla Regione al Ministero rimasta senza riscontro, mentre per quanto concerne le somme rendicontate, la “creatività” della dirigente Teti sul punto merita l’apertura di un capitolo a parte. Va osservato come il guazzabuglio confezionato dalla Teti, nel tentativo di creare una base concreta alle dichiarazioni dell’assessore – relative alla “stupefacente capacità” degli uffici di rendicontare spese per un importo doppio rispetto ai 15.000 euro effettivamente incamerati -, da un lato lascia attoniti e dall’altro rappresenta un capolavoro di inconcludenze. Nello specifico, la dirigente afferma che le somme indicate dall’assessore (30.000 euro) sono state prelevate da un diverso capitolo di spesa, quello relativo al “fondo povertà”, utilizzate in parte per i buoni spesa e poi rendicontate alla Regione. In sostanza sarebbero state prelevate somme da un capitolo di spesa afferente ad un determinato “progetto” per consegnarle a persone titolari dei requisiti previsti da un diverso bando i cui fondi, contabilizzati nel relativo capitolo di spesa, sono rimasti, per qualche arcano motivo, inutilizzati e rischiano, in assenza di proroga, di dover essere restituiti. La verità è che ha ragione la Scrugli quando afferma che l’assessore Santacaterina dimostra di non avere contezza di ciò che accade nei suoi uffici e, aggiungiamo noi, la Teti, pur con tutta la buona volontà, non sempre riesce a “coprire” con le sue spericolate acrobazie un assessore non all’altezza del compito. Difronte a tutto questo bisogna necessariamente tirare in ballo il sindaco Limardo per chiederle in primo luogo che fine hanno fatto gli assessori di alto profilo di cui parlava al momento dell’insediamento, e poi perché non assume provvedimenti in linea con la famosa minacciosa missiva inviata agli assessori, prima che la sua inefficiente amministrazione sprofondi nel ridicolo.
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