giovedì,Marzo 28 2024

Il Corsivo | Comunali a Vibo: i partiti iniziano a organizzarsi in vista delle future elezioni

Non sarà facile per il centrosinistra mettere insieme le varie “anime” e individuare un candidato a sindaco comune. Tutto tace, invece, nel centrodestra dove si guarda ad altre dinamiche

Il Corsivo | Comunali a Vibo: i partiti iniziano a organizzarsi in vista delle future elezioni

Nei giorni scorsi il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo s’è reso promotore di una iniziativa che ha visto seduti allo stesso tavolo il collega del Pd Raffaele Mammoliti e l’on. Riccardo Tucci del M5S. L’obiettivo dell’incontro era quello di porre le basi per la creazione di un’area progressista che nell’ambito di un contesto di più ampio respiro, partendo da Vibo possa poi essere replicata a livello regionale e che nell’immediato sia in grado di offrire ai cittadini vibonesi un’alternativa al centrodestra, il quale da circa venti anni amministra la città. I tre politici sono stati sostanzialmente d’accordo nel definire il percorso da seguire per dare corso ai propri intenti: bisogna iniziare da un programma condiviso sul futuro della città, e non dall’individuazione di un candidato a sindaco intorno al quale costruire la coalizione.

Messe così le cose, le fondazioni dell’alleanza che si intende costruire appaiono più che solide, ma riteniamo che esse cominceranno a scricchiolare nel momento in cui dalle dichiarazioni di principio si passerà alla stesura concreta dei “programmi” e si dovrà procedere all’individuazione della figura del candidato a sindaco. In tal senso appare indicativa la circostanza che il Partito democratico già da tempo ed ancor prima della stesura di un qualsiasi “programma condiviso”, si sia sbilanciato sul nome dell’ex presidente della Provincia Enzo Romeo. Sulla scorta di ciò bisogna chiedersi se il Pd, alla luce delle determinazioni assunte nella riunione promossa da Lo Schiavo, sarà disposto a fare un passo indietro oppure, nel caso in cui tale scelta non dovesse essere gradita, cercherà di imporla comunque a costo di far saltare “l’area progressista” ancor prima della nascita. Superato questo primo scoglio “procedurale”, il vero nocciolo della questione è capire quali siano le possibilità concrete per la sinistra progressista di vincere il confronto contro la coalizione di centrodestra.

Sotto questo aspetto sono molte le cose da tener presenti: 1) nelle consultazioni comunali le valutazioni degli elettori sono guidate da parametri molto diversi rispetto a quelli delle politiche e pertanto il Movimento 5 Stelle difficilmente confermerà in città la stessa messe di voti ottenuta in occasione delle recenti politiche; 2) dei componenti dell’attuale opposizione solo una minima parte potrebbe aderire all’area progressista, certamente i due consiglieri del M5S (Santoro e Pisani), Marco Miceli, Loredana Pilegi e forse i due del Pd nel caso in cui oltre a Stefano Soriano anche Laura Pugliese dovesse aderire, facendo un passo indietro rispetto alla sua precedente dichiarazione di non essere disponibile a partecipare ad una qualsiasi alleanza con i Cinque Stelle. Per il resto viene difficile ipotizzare che gente come Giusy Colloca, Lorenza Scrugli, Giuseppe Policaro, ed ancor di più Katya Franzè, Elisa Fatelli, Giuseppe Russo, Pietro Comito, componenti del gruppo consiliare di Coraggio Italia, e seduti tra i banchi dell’opposizione per il loro dissenso verso l’esecutivo Limardo e non verso la coalizione di centrodestra della quale fanno parte a pieno titolo, possano abbracciare la causa progressista. Le elezioni comunali si vincono sostanzialmente con i voti “personali” dei candidati e pertanto quanto sopra evidenziato assume un particolare rilievo; 3) la posizione di Stefano Luciano, tutta ancora da definire, le cui scelte potrebbero rappresentare l’ago della bilancia, atteso che le pregresse esperienze hanno dimostrato le sue spiccate capacità d’aggregazione, consentendogli di mettere sempre in campo delle liste molto competitive (sul punto basta ricordare che quando Luciano decise di sostenere Elio Costa la sua lista “Vibo unica” fu determinante per l’elezione dell’ex magistrato a sindaco, ed ancora nella tornata successiva, pur rimanendo sconfitta la coalizione da lui guidata, la sua lista ottenne comunque oltre duemila voti; tutto questo, oltre a confermare l’assunto iniziale, fa pensare che in occasione delle prossime consultazioni la sua componente sarà “corteggiata” sia da destra che da sinistra); 4) va pure sottolineata l’importanza che avrà, nell’economia generale del confronto tra centrodestra e centrosinistra/area progressista, la composizione delle liste, campo in cui, nell’ultimo ventennio, il centrodestra ha dimostrato di sapersi muovere meglio.

Messe insieme tutte queste cose, non sarà facile per Lo Schiavo, Tucci e Mammoliti conquistare palazzo Razza. Per quanto concerne invece il centrodestra, al momento tutto tace; lo scombussolamento causato dalla doppia bocciatura (ministro e sottosegretario) di Mangialavori ha spazzato via ogni certezza in Forza Italia e nel sindaco. Da una posizione di egemonia nella coalizione, il partito si ritrova nelle condizioni di non poter più imporre nulla; la Limardo, che contava su un incarico di governo per Mangialavori, per blindare la propria ricandidatura, si ritrova invece col destino appeso ai rapporti tra il suo mentore e Vito Pitaro. Dopo la mancata candidatura di quest’ultimo al consiglio regionale, i rapporti con Mangialavori non sono più quelli di un tempo, e nel caso in cui non dovessero essere recuperati, sarà impossibile mettere in campo il medesimo quadro politico che determinò l’elezione dell’attuale primo cittadino. In attesa che il centrodestra batta un colpo, non appare ozioso chiedersi se, nel caso in cui tra il parlamentare e l’ex consigliere regionale dovesse esserci un ritorno di fiamma, i due politici possano ritenere ancora utile riproporre agli alleati e, soprattutto ai cittadini, il nome della Limardo dopo i deludenti risultati conseguiti insieme al suo esecutivo.

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