giovedì,Maggio 9 2024

Elettrosmog: l’opposizione presenta un ordine del giorno

I consiglieri comunali di minoranza di Vibo Valentia hanno sottoscritto in maniera compatta la richiesta avanzata da Loredana Pilegi. Si chiede, tra le altre cose, l’applicazione perentoria del “Regolamento Gambardella”

Elettrosmog: l’opposizione presenta un ordine del giorno

Un ordine del giorno urgente, per fare ancora più luce sulla vicenda legata alle onde elettromagnetiche e alle antenne poste nella parte più alta della città, sequestrate nei giorni scorsi. A presentarlo, su proposta della consigliera Loredana Pilegi, è stato tutto il gruppo di minoranza, compatto.

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È stata chiesta la convocazione urgente di un consiglio comunale per poter discutere dell’odg: “da quanto apprendiamo dalle testate giornalistiche, l’Arpacal avrebbe rilevato la presenza di emissioni superiori al 75% consentito dalla normativa delle diverse antenne poste al confine con il comune di Stefanaconi in via Nicolas Green. A tali emissioni sono soggetti anche e soprattutto i cittadini vibonesi residenti nei quartieri limitrofi e non solo; nel programma dell’attuale sindaco, e tra le deleghe assegnate dallo stesso vi è, inoltre, l’applicazione del regolamento Gambardella”.

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Di tale regolamento, la minoranza ha chiesto “l’applicazione perentoria” Considerato che “il sindaco, ai sensi dell’art.32 della Legge 833/78 e dell’art. 117 del D.Lgs 112/98, è la principale autorità sanitaria locale”, si chiede al consiglio comunale di Vibo Valentia di deliberare “affinché venga istituito un osservatorio permanente sull’inquinamento elettromagnetico”, oltre alla “realizzazione di concerto con l’Arpacal di un monitoraggio continuo delle emissioni elettromagnetiche con centraline fisse”.

Il monitoraggio deve avvenire “di concerto con l’Asp di Vibo Valentia delle patologie correlate ai campi elettromagnetici, sugli abitanti di Vibo Valentia nei quartieri limitrofi, attraverso una relazione stilata semestralmente”.

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Il tutto al fine di tutelare la salute pubblica dei cittadini e per poter intraprendere in futuro azioni contro le installazioni di nuove antenne, nonché, “nel caso di accertata pericolosità, avviare tutte le procedure necessaria alla dismissione delle antenne presenti”.

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