lunedì,Maggio 20 2024

Sant’Onofrio e lo striscione della discordia: il sindaco replica a Maragò

Il primo cittadino rimarca la correttezza del proprio agire e della sua amministrazione evidenziando quelli che ritiene essere gli errori dell'ex amministratore con relative strumentalizzazioni

Sant’Onofrio e lo striscione della discordia: il sindaco replica a Maragò
L'ex sindaco Onofrio Maragó e il nuovo primo cittadino Antonino Pezzo

Il sindaco di Sant’Onofrio, Antonino Pezzo, replica al suo ex collega, Onofrio Maragò intervenuto sulla questione dello striscione contro la violenza sulle donne affisso dall’associazione “Bubini” in prossimità della piazza di Sant’Onofrio e fatto rimuovere dal sindaco. Maragò, padre di uno dei ragazzi dell’associazione “Bubini”, ha preso le difese del sodalizio ed ha anche scritto al prefetto di Vibo per chiedere di “rivolgere una attenzione specifica a quanto avviene nel Comune di Sant’Onofrio“. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la replica del sindaco Antonino Pezzo: “Ci sono delle vicende che “tengono banco” per giorni e mesi, superano i confini territoriali e purtroppo, abbondantemente, anche quelli di una critica semplice e normale, si colorano passando da una bocca all’altra, da una tastiera all’altra (guarda caso sempre da una stessa parte politica) e si arricchiscono di particolari che vorrebbero ingigantirle ma che invece le svuotano, rivelandone la pochezza e la meschinità. Capita che queste vicende arrivino anche in alto, come quando vengono brandite da un ex sindaco, nonché padre, con il chiaro scopo di denigrare a tutti i costi l’operato dell’Amministrazione comunale subentrata al suo posto previe regolari elezioni e della quale sembra non abbia ancora digerito la vittoria. L’ex sindaco di Sant’Onofrio, Onofrio Maragò, scrivendo al prefetto di Vibo Valentia per la questione ormai fin troppo famosa dei “Bubini Aps”, a un certo punto della sua lunga e contorta esternazione, pontifica: “La legalità non la si professa a voce, la si esercita quotidianamente con atti e comportamenti”. Bene. Condividiamo e partiamo da qui. Proprio in virtù di questa sacrosanta verità, prescindendo da polemiche, discorsi, giudizi e pregiudizi, accuse e illazioni gratuite, che lasciamo a chi se ne compiace, chiariamo due punti essenziali. Qualunque iniziativa, compresa quella dei Bubini, che consideriamo anche noi bravi ragazzi e con i quali sono già stati chiariti i termini dello spiacevole equivoco, deve passare attraverso la maturità di comportamenti che presuppongano il rispetto delle regole e la capacità di muoversi nell’ordine e nella legalità, anche e soprattutto quando si lotta per una causa che, come la violenza sulle donne, richiama a sé tutte le leggi possibili, da quelle civili a quelle morali, da quelle umane a quelle divine “Educa tuo figlio”.

“Si precisa che la citata consigliera Rossana La Fortuna, – prosegue il sindaco – su loro richiesta, ha dato ai Bubini soltanto indicazioni sulla procedura da seguire per ottenere la necessaria autorizzazione alla sistemazione dello striscione, autorizzazione che, se non è arrivata, potrebbe aver incontrato qualche imprevisto: siamo sicuri che la pec di cui parla l’ex sindaco Maragò sia stata regolarmente inviata? Quanto all’accertamento di violazioni del codice della strada – e siamo al secondo punto – l’ex sindaco Maragò stia sereno: non è stato esercitato alcun abuso di potere da parte di nessuno. Si ricordi che il sindaco, oltre che organo responsabile dell’amministrazione del comune, è al contempo organo locale dello Stato; quando agisce in tale veste, si dice che agisce quale Ufficiale del Governo, sovrintende allo svolgimento, in materia di pubblica sicurezza, delle funzioni affidategli dalla legge, nonché alla vigilanza su tutto quanto possa interessare, come nel caso di specie, la sicurezza e l’ordine pubblico. Dobbiamo forse pensare che durante il suo mandato l’ex sindaco Maragó abbia ignorato che questo ruolo rientrasse tra i suoi poteri/doveri? In claris non fit interpretatio. Non vado, volutamente, in altri discorsi, penso di aver centrato l’importante. Il resto è chiacchiera e può continuare a circolare beatamente, se è questo che gratifica sia chi ha bisogno di fare un po’ di vittimismo a buon mercato, sia chi si erge ad eroe contro il brutto e il cattivo in apparente difesa dei poveri ragazzi bravi, interessati solo al bene del paese (qualcuno lo mette in dubbio?), sia chi fa dell’abituale e sterile critica il proprio pane quotidiano, sia, infine, chi ha bisogno di smaltire in questo modo la propria rabbia e i propri insuccessi. Ricordiamo all’ex sindaco Maragò, che invoca la legalità per distribuire le pagelle, che, nell’affannosa ricerca della pagliuzza nell’occhio altrui, oltre ai danni provocati al nostro comune dalla sua pessima gestione amministrativa, ha dimenticato, guarda caso, di provvedere al pagamento delle somme che il Tar, da ormai più di due anni, ha posto a suo carico dopo aver confermato in giudizio la sua sconfitta alle elezioni del 2021″.

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