domenica,Maggio 12 2024

LA RIFLESSIONE | C’è ancora bisogno di sinistra in Italia?

“A prescindere dell’esito referendario del prossimo 4 dicembre, l’auspicio è che tutte le forze sane del campo progressista italiano possano ragionare insieme sul da farsi per costituire un’area socialista-democratica che sia al contempo di lotta e di governo”

LA RIFLESSIONE | C’è ancora bisogno di sinistra in Italia?

Spesso e volentieri mi pongo questa domanda: l’Italia ha ancora bisogno della sinistra? La risposta che mi do sempre è sì: l’Italia ha ancora bisogno della sinistra. Lo dimostrano gli 11 milioni di cittadini che hanno rinunciato alle cure mediche, i 4 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà, il 40 % dei giovani che non studia né lavora. Fintanto ci saranno le diseguaglianze sociali, la sinistra avrà senso di esistere.

Certo, una sinistra minoritaria, settaria, anti-europea, sovranista, buona solo a criticare, radical-chic, composta da generali senza esercito, che non crea entusiasmo, è una sinistra inutile e buona solo a perpetrare una classe politica a mio parere fallimentare. Da tempo credo che la sinistra in Italia debba riscoprire le proprie radici socialiste, un po’ come sta facendo con Benie Sanders negli Stati Uniti, e con Jeremy Corbin nel Regno Unito.

A prescindere dell’esito referendario del prossimo 4 dicembre, è mio auspicio che tutte le forze sane del campo progressista italiano possano ragionare insieme, a partire già dal 5 dicembre, sul da farsi per costituire un’area socialista-democratica che sia al contempo di lotta sociale e di governo. Persone come Enrico Rossi, Fabrizio Barca, Nicola Zingaretti, Gianni Cuperlo, Marco Sarracino, Massimiliano Smeriglio, Massimo Zedda e Marco Doria, al di là delle singole e rispettabili posizioni sul referendum costituzionale, hanno dimostrato con non poche difficoltà che è possibile costruire in Italia un centro-sinistra diametralmente opposto a quello del premier Matteo Renzi.

La sinistra socialista a cui io penso deve essere innanzitutto una forza popolare e non elitaria, che torni a parlare con quella “Middle class” e “Working class” che negli ultimi vent’anni ha visto scemare drasticamente il proprio potere contrattuale nei confronti delle multinazionali e della grande finanza internazionale. Una sinistra che a mio parere non deve assolutamente inseguire (per altro in maniera incoerente) forze euroscettiche, nazionaliste e demagogiche, ma che deve lottare per realizzare il sogno, tanto caro ad Altiero Spinelli, di un “Europa libera e unita”.

Momentaneamente questa sinistra non esiste, ma è mio desiderio lottare affinché possa nascere in Italia una forza realmente democratica e socialista che posso realizzare il sogno di un Paese più giusto ed equo dove tutti abbiano pari opportunità di partenza.

Non è invece mio desiderio lottare per progetti settari e minoritari privi di progettualità ed entusiasmo, che come ho già precedentemente scritto hanno il solo scopo di perpetrare una classe politica fallimentare, sulle spalle di tante e tanti militanti che da anni lottano invece per la nascita di una forza realmente progressista. Sono infatti dell’idea che o la sinistra si assume la responsabilità del governo (non a tutti i costi si intende) o è completamente inutile. Ovviamente la sinistra, per come la intendo io, deve essere anche una forza di lotta sociale, poiché è solo grazie ad una forte spinta popolare che un governo realmente riformista possa definirsi tale.

Per una sinistra di governo io intendo lottare, e come me tantissimi compagni e tantissime compagne, per portare il riformismo democratico e socialista a diventare maggioranza in Italia ed in Europa.

*Indipendente di sinistra

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