giovedì,Maggio 2 2024

Rimpasto di Giunta, lo sfogo della De Marco: «Io sacrificata sull’altare della politica»

L’ormai ex esponente dell’esecutivo Costa contesta nel merito e nel metodo la sua estromissione e affonda: «Se Mangialavori ha prodotto un danno alla credibilità di Fi, il “civico” Costa ha dimostrato di essere sotto scacco dei partiti»

Rimpasto di Giunta, lo sfogo della De Marco: «Io sacrificata sull’altare della politica»

«I tempi del mio “licenziamento” preannunciati informalmente agli organi di stampa qualche giorno fa sono stati rispettati e così ieri nel tardo pomeriggio mi è stata notificata la revoca da assessore comunale. Non sono meravigliata più di tanto, neanche sulla tempestività del provvedimento con la quale il sindaco della città a fronte di una semplice “opportunità di turnazione nello svolgimento del predetto incarico” prospettato da una “compagine politica che all’interno del Consiglio comunale” ha “grande rilevanza” perché l’accordo era già stato siglato tra le parti».

È un commento amaro quello di Loredana De Marco, già assessore agli Affari generali e al Personale del Comune di Vibo Valentia all’indomani della pubblicazione del decreto che la vuole ufficialmente fuori dall’esecutivo Costa in ragione della richiesta turnazione dell’incarico da parte del gruppo consiliare Liberali per Vibo, espressione “civica” di Forza Italia all’interno dell’assise cittadina. E lo sfogo ha tutti i connotati del duro “J’accuse”.

«Pertanto – spiega infatti la De Marco -, sento il dovere morale, peraltro già preannunciato con una precedente nota stampa, di dare conto a quanti hanno sostenuto con il proprio voto la mia persona la mia uscita di scena. Io, sono certa di aver esercitato fino in fondo il mio dovere e di essermi adoperata sino allo spasimo, spesso mediando e giustificando scelte opinabili, più volte anche contestate vibratamente da dipendenti del Comune e dalle forze sindacali, per il raggiungimento di risultati che sono tangibili e sotto gli occhi di tutti. Presumo, sembra ombra di smentita, che non si sia mai prodotto tanto in questo settore a Palazzo Luigi Razza».

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E, prosegue: «a quanti hanno creduto nel mio impegno devo ribadire, in questo frangente, che non vengo “scaricata” per “disvalore …essendo riconducibile l’atto (di revoca) a motivazioni esclusivamente politiche”. Allora, anche la cittadinanza nel suo complesso deve riflettere su ciò che è accaduto, vale a dire cioè, che in questo capoluogo l’interesse politico è stato anteposto agli interessi della concretezza e dello sviluppo locale. Se alla “politica del fare”, utile a risollevare le sorti della città, si è scelto ancora una volta di anteporre, piuttosto, esclusivamente gli interessi del “fare politica” e col solo e non apprezzabile intento di mantenere posizioni di supremazia e di potere, ciò cozza con la lealtà di chi predica bene e poi razzola male; contrasta con chi decanta pubblicamente le possibilità e le risorse di questo territorio perché poi, nei fatti, agisce affidando la propria azione a metodi che di leale e democratico non hanno neppure l’apparenza».

L’ormai ex esponente della Giunta aggiunge quindi: «sebbene abbia deciso di uscire di scena con serenità, perché sicura di aver operato profondendo ogni risorsa che avevo a disposizione nonché certa di aver ottenuto risultati ragguardevoli, non posso esimermi dal contestare nel merito e nel metodo il “progetto” della mia esclusione dall’esecutivo di Palazzo Luigi Razza. Nel merito, perché la motivazione che sta alla base della esclusione e indicata nell’esigenza di “turnazione” non è plausibile. Nel metodo, perché in uno Stato che usa definirsi libero e civile certamente sarebbe stato più consono prediligere i rapporti interpersonali che, presumibilmente mi avrebbero consentito di autosospendermi autonomamente».

Costa scarica la De Marco, la prima mossa del rimpasto è firmata Forza Italia

Infine l’affondo: «Ritengo, che se da una parte l’onorevole Giuseppe Mangialavori, scegliendo di imporre la propria supremazia in forma autocratica, ha prodotto un danno alla credibilità di Forza Italia, dall’altra il sindaco Elio Costa accettando il tipo di forzatura abbia nei fatti così messo in discussione le posizioni che hanno caratterizzato le sue scelte prima e durante la campagna elettorale. E per di più, quest’ultimo, accettando “la prima mossa del rimpasto firmata Forza Italia”, abbia creato un precedente. Niente di più facile che altri adottino lo stesso metodo mettendo così in difficoltà l’attività politica amministrativa e gli interessi della città che non coincidono esattamente coi giochi per affermare il potere e alleviare i mal di pancia di questo o quello. Intendo così ringraziare quanti mi hanno dato fiducia col proprio voto, i tanti cittadini che hanno apprezzato il mio operato, tutto il personale del Comune di Vibo Valentia ed i rappresentanti sindacali coi quali sono stati siglati numerosi accordi. Grazie ai rappresentanti di enti ed istituzioni con i quali è stato possibile interfacciarsi. Un grazie sentito agli organi di stampa che si sono occupati in maniera così puntuale ed approfondita, anche in assenza di un ufficio di comunicazione istituzionale dell’Ente, delle varie attività che hanno contrassegnato tutto il mio operato».

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