Mirabello assolto nel processo Proserpina, il Pd: «Fatta chiarezza sulla vicenda»
Graziano e Insardà soddisfatti per il favorevole esito del procedimento giudiziario. L’ex consigliere regionale commenta: «Finisce un incubo durato otto anni»
«Siamo felici di apprendere che il Tribunale di Vibo Valentia ha pronunciato sentenza di assoluzione nei confronti di Michele Mirabello nel processo scaturito a seguito del fallimento della Proserpina Spa. L’attività dell’autorità giudiziaria ha fatto chiarezza sulla vicenda, confermando la correttezza politica e pubblica di un valido dirigente del nostro partito, impegnato nella vita della nostra comunità e delle istituzioni. A Michele va il nostro sincero augurio affinché possa proseguire a testa alta, come sempre nel suo stile, il proprio percorso personale, politico e professionale». Il Partito democratico accoglie con soddisfazione la sentenza dei giudici vibonesi che, nella giornata di ieri, hanno assolto tutti gli imputati nel processo per la bancarotta fraudolenta dell’azienda Proserpina compreso l’ex segretario provinciale del partito e già consigliere regionale Michele Mirabello. A felicitarsene sono, in particolare, il commissario regionale Stefano Graziano e l’attuale segretario provinciale Vincenzo Insardà.
Nella giornata di ieri era stato lo stesso Mirabello ad esprimere sollievo per l’avvenuta assoluzione. «Finisce un incubo durato 8 anni – ha scritto sui social -. Ho ascoltato in silenzio cattiverie e commenti fuori luogo, ho letto articoli in cui alcuni cronisti da quattro soldi (per fortuna non tutti), in malafede, sembravano interessati solo alla mia presenza nel processo, ma dimostravano di non aver mai letto carte e documenti, di non essersi mai posti delle domande, e dunque di essere certi di quella che, alla luce dei fatti, si sarebbe poi rivelata una improbabile condanna».
Quindi ha aggiunto: «Ho aspettato in silenzio che arrivasse il tempo della giustizia, e mi fosse restituita e riconosciuta la piena integrità morale, in una vicenda che ha segnato un così lungo periodo di tempo della mia esistenza e della mia modesta dimensione pubblica. Da tutta questa triste storia, in cui ho dovuto rispondere dell’ingiusta accusa per un reato in teoria molto insidioso ed infamante, come la bancarotta, nonostante da giovane amministratore di una società a capitale pubblico-privato abbia messo tutto il mio impegno, senza mai percepire le indennità previste e senza proporre insinuazione al passivo per ottenerle, ho acquisito maturità e ho avuto occasione di crescere, come uomo e come cittadino».
Mirabello ha poi affermato: «Restano oggi in piedi, incrollabili, le mie certezze d’una vita. La mia etica pubblica, il mio senso per le istituzioni, la solidarietà e l’amicizia di chi è sempre stato al mio fianco. Fra tutti, un abbraccio speciale al mio amico ed avvocato Patrizio Cuppari. Per la sua competenza, per il piglio con cui mi ha difeso, per l’amicizia che in ogni frangente, in questi lunghi anni, mi ha sempre dimostrato, rassicurandomi e confortandomi quando necessario. Se oggi posso vivere con la giusta serenità questo mio nuovo tempo, in cui la dimensione privata, familiare e professionale prevale nettamente sulla dimensione pubblica – ha concluso -, è grazie a tutti quelli che, come Patrizio, mi hanno dimostrato quanto conti confidare nel tempo e nella giustizia».