Salgono a 6 i Comuni della fascia montana che si sono apertamente dichiarati a favore del ritorno alle origini. Meno convinta l’adesione di Spadola che comunque non chiude la porta all’ipotesi
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I Comuni della fascia montana, come tessere di un puzzle, compongono lo schema degli Enti che in questi giorni si schierano a favore di una probabile transizione alla Provincia di Catanzaro. Dopo Serra San Bruno, Brognaturo, Simbario, Spadola e Fabrizia, ora anche Mongiana, attraverso il sindaco Francesco Angilletta si accoda a quanti vogliono abbandonare la Provincia di Vibo, in fine dei conti mai decollata dal 1992. «La discussione che si è riaperta in questi giorni, circa la volontà dei Comuni delle Serre, di passare di competenza alla provincia di Catanzaro, testimonia, ove ce ne fosse ancora bisogno, lo stato in qui versano questi territori da molto tempo oramai – scrive in una nota stampa lo stesso primo cittadino di Mongiana –. Ricordo come nel 2017 il comitato Pro Catanzaro raccolse oltre 4000 firme tra le popolazioni delle Serre e come, nel 2018, alcuni Comuni deliberavano la volontà di procedere nell’iniziativa di (e)migrazione. Tra questi anche Mongiana, unico Comune nel quale veniva accolta da parte del Consiglio comunale, la proposta della minoranza da me guidata all’epoca».
«Oggi, che rappresentiamo l’Amministrazione comunale – prosegue Angilletta –, ovviamente quella posizione non può che essere consolidata. Pensiamo di interpretare ancora il pensiero dei nostri cittadini se affermiamo, come Amministrazione comunale, che la volontà di passare con la provincia di Catanzaro sia rimasta intatta, anzi semmai è ancora più forte. Se ancora oggi, dopo otto anni, siamo qui a ragionare su questo argomento il verdetto risulta inconfutabile. Le condizioni di difficoltà si sono ulteriormente aggravate e non si è fatto nulla per invertire la traiettoria dell’attenzione su questi territori. I servizi essenziali e fondamentali se va bene sono messi in discussione, ma spesso vengono semplicemente ridotti. Tutto per la disumana legge dei numeri».
«Ormai ci troviamo in difficoltà a ripetere sempre le stesse cose, a parlare di un territorio dove muoversi è complicatissimo, dove l’età media della popolazione è alta e le persone non si spostano facilmente, dove i giovani se ne vanno perché non riescono ad avere una visione di crescita e sviluppo. Chi critica questa protesta chiede se l’eventuale passaggio nella provincia di Catanzaro potrà risolvere tutti i problemi. Rispondo interpretando un nostro detto antico ma capovolgendone il significato. “Cu dassa la strata vecchja pi la nova, sapa chidu chi dassa ma non sapa chidu chi trova”. Sicuramente l’incognita di quello che potrà accadere ritornando alla provincia madre di Catanzaro rimane, ma la certezza di quello che si lascia staccandosi dalla provincia di Vibo Valentia è assodata. Vale la pena tentare».


