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«Si è consumato il primo tradimento pubblico di Forza Italia». Non usa mezze misure Maria Grazia Pianura, iscritta e storica attivista vibonese del partito azzurro, per definire quanto avvenuto ieri in Consiglio comunale, dove il consuntivo 2024 è passato anche con i voti di Forza Italia.
«Tradimento – continua Pianura in una nota – nei confronti dei suoi elettori e dei suoi sostenitori più leali che, come la sottoscritta, appoggiano il partito e si fanno carico delle competizioni elettorali per premiare chi imbastisce inciuci e segue interessi personali. Il Consiglio comunale di Vibo ha visto protagonista Forza Italia che è corsa in soccorso al sindaco Romeo per l’approvazione del rendiconto di gestione, alias del consuntivo, la cui mancata approvazione avrebbe determinato la diffida e poi la caduta del Consiglio comunale».
Insomma, un’occasione mancata per Pianura, che metterebbe a nudo la vera natura dell’opposizione di Forza Italia a Vibo: «Niente paura cari cittadini, se la maggioranza chiama, l’opposizione targata Fi risponde e in maniera caritatevole evita il peggio! In questo stesso Consiglio comunale il gruppo di Forza Italia perde anche un suo valido componente (Giuseppe Calabria, ndr) che annuncia il passaggio al gruppo di Pitaro, di fatto continuando lo svuotamento del partito che da mesi sciupa componenti e miete la fiducia tra la gente».
Fatti che secondo Pianura «certificano l’inadeguatezza di Forza Italia a Vibo Valentia, preda di isteria e vendette incrociate dove le vittime, ahimè, siamo noi cittadini sprofondati in un baratro che non ha uguali».
«Il consuntivo – conclude – è un atto prettamente e squisitamente politico, non esiste alcuna motivazione che possa giustificarne l’approvazione da parte della minoranza di Forza Italia, soprattutto in un momento in cui la maggioranza non aveva i numeri! In questo momento quel poco di Forza Italia che rimane è mortificato da chi calpesta e ridicolizza la politica. Si chiede un ultimo e dignitoso atto di lealtà per lasciare a noi attoniti spettatori la scelta di restare o andare».

