I consiglieri del gruppo Cuore Vibonese criticano l’inerzia degli assessori e sottolineano che nonostante i 150mila euro spesi per ingaggiare un agronomo «ci si affida alle segnalazioni dei cittadini»
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«La chiusura della Villa comunale di Vibo Valentia, con i sigilli apposti dalla Polizia locale e il divieto di accesso ai cittadini, rappresenta l’ennesima dimostrazione di una città abbandonata a sé stessa, dove la sicurezza dei cittadini viene garantita soltanto grazie all’intervento degli Uffici e non per merito di chi governa». È quanto affermano attraverso un comunicato stampa i consiglieri di opposizione Giuseppe Cutrullà, Danilo Tucci, Giuseppe Russo e Giuseppe Calabria del gruppo “Cuore vibonese”.
«Un grosso ramo di cedro del Libano, rimasto pericolosamente in bilico – rimarcano –, ha reso necessario l’intervento urgente e la chiusura dell’intera area. Non è ammissibile che la sicurezza dei cittadini venga messa in discussione per l’inerzia di chi amministra la città. Questo non è un episodio isolato ma l’ennesima prova dell’incapacità dell’amministrazione Romeo, che continua a ignorare la manutenzione ordinaria e la prevenzione dei rischi. Gli assessori preposti risultano invisibili, mentre i cittadini si ritrovano di fronte a spazi pubblici sempre più degradati e pericolosi. Non c’è prevenzione, non c’è controllo, non c’è visione: solo emergenze che esplodono e a cui si cerca di porre rimedio con provvedimenti tampone».
Eppure, aggiungono dal gruppo consiliare di opposizione, «parliamo di un Comune che ha speso 150 mila euro per affidare ad un agronomo il controllo degli alberi in città. E questi sarebbero i risultati? Chiudere un parco solo perché due cittadini, con senso civico, hanno segnalato il pericolo? È questa la sicurezza che l’amministrazione prometteva? Non è forse vero che gli stessi ex assessori dell’attuale giunta criticavano la precedente amministrazione proprio sulla Villa comunale? Oggi, invece, a causa della loro incapacità, si ritrovano costretti a chiuderla, dimostrando tutta la contraddizione e l’inadeguatezza di chi governa».
Poi, l’affondo finale: «La verità è che oggi Vibo è amministrata non dalla politica ma dagli uffici comunali che, pur tra mille difficoltà, si trovano a sostituire un’amministrazione Romeo incapace di assumersi responsabilità e di dare risposte. È questa la città che vogliamo? Una città dove ogni parco, ogni strada, ogni edificio pubblico diventa potenziale fonte di pericolo per i cittadini e di vergogna per l’istituzione? La misura è colma. Serve un’assunzione di responsabilità immediata da parte del sindaco e della sua giunta, che continuano a latitare mentre Vibo sprofonda nell’abbandono. Ai cittadini non servono proclami o giustificazioni, ma sicurezza, cura del territorio e una politica capace di governare, non di nascondersi».



