giovedì,Aprile 18 2024

Ortopedia carente di anestesisti a Vibo, pazienti sfiancati dai tempi d’attesa

Nel reparto solo due figure professionali a fronte delle cinque necessarie e i pazienti, costretti anche a 20 giorni di attesa, scrivono al ministro Salvini. Sulla vicenda interviene anche l’Udicon: «Vergognoso» 

Ortopedia carente di anestesisti a Vibo, pazienti sfiancati dai tempi d’attesa

Hanno deciso di rivolgersi al ministro dell’Interno Matteo Salvini alcuni degenti del reparto di ortopedia dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia, stanchi dei continui rinvii degli interventi cui devono essere sottoposti a causa della carenza di anestesisti. I pazienti, pur riconoscendo «la professionalità del personale in servizio – affermano di essere – stanchi della situazione che si registra nel nosocomio vibonese. Per giorni – aggiungono – non ci hanno saputo fornire certezze in ordine alle date degli interventi e così ci siamo ritrovati ad attendere anche due settimane stando a letto ed assumendo ripetutamente farmaci antidolorifici. Siamo stanchi psicologicamente e fisicamente». Il direttore sanitario dell’Asp, Michelangelo Miceli, ha riferito che «la situazione attuale di sofferenza si è determinata a causa di una serie negativa di eventi: dei cinque anestesisti che erano in servizio ne sono rimasti soltanto due, perché gli altri si sono trasferiti in altri ospedali». 

Sulla vicenda è intervenuta anche l’Unione per la difesa dei consumatori (Udicon) che, attraverso il presidente regionale Peppino Ruperto ha parlato di «un altro episodio vergognoso, questa volta, che ha visto come protagonista un’anziana di 95 anni costretta a recarsi all’ospedale di Reggio Calabria per avere assistenza sanitaria, dato che, lo Jazzolino, il nosocomio di Vibo Valentia, era sprovvisto di un anestesista. Un’anziana novantacinquenne si è fratturata il femore e, a causa di disordini ospedalieri, più di tutte l’assenza di un anestetista, ha dovuto aspettare 120 ore per poter esser sottoposta all’operazione, successivamente effettuata nell’ospedale di Reggio Calabria, a seguito del trasferimento predisposto dalla famiglia». 

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