sabato,Aprile 20 2024

Il Nursing Up mette sotto accusa i vertici dell’Asp di Vibo: «Azienda allo sbando»

Elencate dal sindacato degli infermieri le tante criticità che caratterizzano il funzionamento del sistema sanitario focalizzando l’attenzione, in particolare, sulla carenza di personale 

Il Nursing Up mette sotto accusa i vertici dell’Asp di Vibo: «Azienda allo sbando»
In foto Damiano e Caligiuri

Il sindacato degli infermieri Nursing Up denuncia, ancora una volta, il «fallimento del management dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia» e decide di «interrompere le relazioni sindacali perché «tutti gli impegni presi dall’Azienda sono stati disattesi». Già in passato il sindacato di categoria aveva chiesto le dimissioni del direttore generale Angela Caligiuri e spiega ora che «con la direzione aziendale era stato condiviso un percorso, di cui si era fatto garante il dg, che prevedeva l’approvazione entro il 2018 di un Contratto decentrato integrativo utile sia per migliorare la qualità dei servizi offerti all’utenza ma anche per dare risposte a quelle aspettative che i lavoratori attendono da tanti anni, a partire dall’accordo riguardante l’attribuzione dell’istituto contrattuale delle progressioni economiche orizzontali (cosiddette fasce) che doveva decorrere dal primo gennaio 2018». L’organizzazione, per voce del dirigente Giuseppe Gliozzi (foto in basso), aggiunge: «come principale sindacato dell’Asp, abbiamo cercato con ogni sforzo il raggiungimento di questi obiettivi, per questo siamo stati sempre presenti in delegazione trattante ed ai tavoli tecnici, ed oggi siamo davvero delusi ed al tempo stesso indignati per il comportamento tenuto dall’azienda, che non ha mantenuto gli impegni presi. E’ sotto gli occhi di tutti la situazione di coma profondo in cui si trova l’Asp, che non riesce a garantire nemmeno i servizi minimi alla popolazione, sempre più spesso costretta ad emigrare per curarsi, ed il rispetto dei diritti e della dignità di tutti gli operatori. Le criticità sono tantissime, a partire dalle carenze strutturali in cui versano tutti i presidi, in particolar modo il nosocomio vibonese “Jazzolino”, sempre più abbandonato in attesa della costruzione del nuovo ospedale». E ancora: «Risultano chiusi da tempo i locali mensa ed alcune stanze di degenza (lato ortopedia); gli ascensori presenti, oltre ad essere vecchi e quindi soggetti a continui guasti, sono insufficienti a garantire i necessari percorsi previsti dalla normativa vigente; i pochi servizi igienici, oltre a versare in cattivo stato non sono neanche segnalati; carenza di idonei locali spogliatoi ed assenza di parcheggi». Ma l’emergenza più importante, per il Nursing Up, «riguarda la carenza del personale, in particolare di medici, infermieri, ostetriche, autisti di ambulanza ed operatori socio sanitari. La situazione attuale, per quanto riguarda i medici risulta critica particolarmente in Ortopedia, dove rischiano di non poter essere garantite nemmeno le prestazioni urgenti».

Non solo, «la carenza del personale infermieristico interessa tutte le unità operative, in particolar modo il Dipartimento di emergenza/urgenza dove tutti i pronto soccorsi sono particolarmente sofferenti. Per compensare, molto spesso si ricorre all’utilizzo illegittimo (perché utilizzato in modo programmato) dello straordinario, tale comportamento oltre a violare la normativa in materia comporta un danno economico a tutti i lavoratori, che si vedono sottrarre risorse dal proprio fondo produttività. La carenza del personale di supporto, è divenuta insostenibile sia per l’utenza, sono a rischio le cure e la qualità dei servizi offerti, e sia per il personale infermieristico, che si vede costretto a svolgere mansioni non proprie, a discapito dell’attività infermieristica e di conseguenza dell’assistenza al cittadino. Tale fenomeno conosciuto come “demansionamento” è ormai una situazione inaccettabile che si aggrava sempre di più e che il Nursing Up intende fermare ad ogni costo. Anche su questo aspetto è d’obbligo sottolineare le gravi responsabilità che pesano sui vertici aziendali, i quali pur avendo da anni l’autorizzazione all’assunzione di un numero cospicuo di operatori socio sanitari, e potendoli reclutare dalla graduatoria regionale di Crotone, non lo hanno fatto preferendo la strada del concorso che ancora, dopo anni, deve arrivare a termine. Scelte manageriali incomprensibili che il Nursing Up ha duramente contestato in sede di delegazione trattante, come risulta dai relativi verbali pubblicati sul sito internet aziendale». Quindi il sindacato si chiede: «A chi giova tutto questo? Certamente non ai cittadini che avrebbero preferito avere l’assistenza prima possibile senza aspettare degli anni, e nemmeno agli infermieri che sono costretti al demansionamento. Come sindacato condanniamo fortemente l’operato della direzione aziendale, che nonostante lo sblocco parziale del turn over, che ha di fatto autorizzato da oltre tre anni le assunzioni del personale, non ha saputo dare risposte concrete, proprio nel momento in cui poteva essere dato ossigeno ad un sistema sofferente, una non ottimale gestione ha di fatto causato un peggioramento dei servizi offerti, con rischio chiusura di alcuni (es. ortopedia) che erano sopravvissuti miracolosamente, con enormi sacrifici di tanti professionisti, a quel periodo buio del blocco totale delle assunzioni».

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