venerdì,Marzo 29 2024

Ortopedia chiusa, la politica arriva a scoppio ritardato. I sindacati attaccano

Il consigliere regionale Mirabello annuncia - a reparto già deserto - che è stato convocato un tavolo con Oliverio. Cgil, Cisl e Uil: «Siamo stati facili profeti». La Limardo: «Si convochi la conferenza dei sindaci»

Ortopedia chiusa, la politica arriva a scoppio ritardato. I sindacati attaccano

A Vibo Valentia funziona così: quando il danno è fatto si cerca di correre ai ripari. Mai che si faccia qualcosa prima, parole a parte. Ma tant’è. La chiusura temporanea (sic!) del reparto di Ortopedia dell’ospedale Jazzolino provoca le reazioni di politica e sindacati. A cominciare da chi, «pur non avendo funzioni esecutive», qualcosa in più avrebbe potuto certamente farla per evitare che si arrivasse a questo. A prendere posizione è Michele Mirabello, consigliere regionale del Pd e presidente della commissione regionale Sanità, che annuncia di avere «personalmente promosso, dopo aver investito della questione il presidente Mario Oliverio, un tavolo urgente, già nella mattinata di domani, presso il dipartimento Tutela della salute». Mirabello rimarca che la sua commissione «non ha funzioni esecutive», ed anticipa di avere chiesto ad Oliverio ed al dg Antonio Belcastro «provvedimenti straordinari ed urgenti che possano consentire l’immediata riapertura del reparto e dunque garantire l’erogazione di servizi indispensabili al territorio ed ai cittadini vibonesi». Mirabello promette inoltre una soluzione «rapidissima del problema» che porterà alla riapertura del reparto. In che modo, è ancora tutto da scoprire.

Intervengono anche Cgil, Cisl e Uil che puntano il dito contro il «cinismo della politica, il menefreghismo perpetrato per anni, le numerose ruberie, l’alleanza stretta fra corrotti e corruttori». I sindacati ricordano le denunce per la carenza di personale «dovuta in parte ai vari blocchi delle assunzioni perpetrate negli anni, ma anche alla mancata attrattiva del presidio ospedaliero per i professionisti del settore, unitamente agli esodi provocati dai pensionamenti normali a cui si aggiunge quota 100». I confederali sottolineano come la notizia sia trapelata «solo grazie alla intraprendenza di alcune testate giornalistiche locali senza di fatto coinvolgere gli attori locali», cosa che fa venire il sospetto che questo «possa essere solo l’inizio di un progetto più ampio che va verso lo smantellamento di interi pezzi di servizi pubblici in una terra tra le più complicate e fragili della nostra regione». Da qui la richiesta alla conferenza dei sindaci, al nuovo dg dell’Asp di Vibo ed al commissario al piano di rientro Cotticelli, di «convocare un incontro per mettere in chiaro le criticità del presidio ospedaliero e che, soprattutto, blocchi immediatamente la chiusura del reparto di Ortopedia».

Interviene anche Maria Limardo, candidata a sindaco alle prossime elezioni comunali: «Sconcerta che chi ha ruoli istituzionali, mi riferisco al consigliere regionale Mirabello, peraltro presidente della commissione Sanità, rimanga indifferente e inerte rispetto a questa situazione, forse più preoccupato di fare politica e cercare voti che dei problemi del territorio». Anche dalla Limardo la richiesta al commissario del Comune di Vibo Giuseppe Guetta affinché convochi la conferenza dei sindaci «per individuare delle azioni di protesta o assumere delle decisioni in merito». 

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