venerdì,Maggio 24 2024

I medici radiologi vibonesi: «Non siamo fannulloni, ci ammaliamo anche noi»

Dura replica degli specialisti in servizio all'Asp di Vibo alle associazioni serresi che avevano denunciato l'assenza del radiologo nell'ospedale San Bruno: «Tra Covid e pensionamenti difficile coprire tutti i turni e i presidi»

I medici radiologi vibonesi: «Non siamo fannulloni, ci ammaliamo anche noi»

«Ebbene sì, anche noi medici siamo soggetti all’imprevedibilità degli eventi, anche noi medici ci ammaliamo!». Inizia così la lettera con cui i medici radiologi dell’Asp di Vibo Valentia rispondono alle associazioni “Serra al Centro” e “Per Serra Insieme”, che avevano denunciato l’assenza di un radiologo all’ospedale di Serra San Bruno – causa, avevano scritto, del rinvio di diverse prestazioni e controlli. Ma i camici bianchi non ci stanno, non vogliono vedersi addossare colpe che non sono loro, e spiegano come sono andate davvero le cose. [Continua in basso]

«Mentre a Serra San Bruno si discute dell’incomprensibile disposizione dell’Asp di Vibo Valentia secondo cui “un medico radiologo non si è presentato in servizio presso il nosocomio serrese, causando ritardi e rinvii” (il che se fosse vero e non motivato sarebbe penalmente perseguibile), il radiologo in questione si presenta allettato al suo domicilio per via del Covid. Ebbene si, anche noi medici ci ammaliamo!», rimarcano.

«Solo qualche mese fa, ci chiamavate super eroi, perché fronteggiavamo in prima linea e senza sosta la pandemia, quando un camice bianco e uno stetoscopio ci davano super poteri, per sopportare turni interminabili, salvare vite umane, resistere lontani da casa, dai nostri bambini e dai nostri familiari “fragili”. E ancora, per superare l’offesa delle chiacchiere da bar sull’inutilità dei vaccini e contemporaneamente garantire le stesse identiche cure anche ai no-vax. Perché noi questo facciamo, questo giuriamo di “curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l’eliminazione di ogni forma di disegueglianza nella tutela della salute”. Strano questo dualismo: passare da supereroi a fannulloni in un così breve lasso di tempo». [Continua in basso]

I medici passano poi a descrivere le condizioni in cui lavorano e in particolare la situazione di grave carenza di organico, che aveva indotto l’Asp prima a ricorrere alle prestazioni aggiuntive e poi a indire un concorso-lampo per reperire le figure mancanti. «Nel presidio ospedaliero di Vibo Valentia, definito Spoke a tutti gli effetti – scrivono -, si tenta invano di coprire le turnazioni giornaliere e di mantenere e garantire i livelli essenziali di assistenza sebbene, il susseguirsi di eventi tra cui il pensionamento del primario, l’imminente pensionamento di almeno due medici radiologi, la positività con sintomi da Covid di altri tre giovani radiologi e non per ultimo il grave problema di salute di un altro collega, abbiano inevitabilmente compromesso la possibilità di prestare il regolare servizio. Invero, per ottemperare alla richiesta di mantenere i livelli essenziali di assistenza nei presidi di Tropea e Serra si è convenuto, fin quando è stato possibile, di ricorrere ad un’unica figura medica che potesse prestare servizio nel reparto di radiologia almeno “quella volta a settimana”, ma, attualmente, a seguito dell’evidente carenza di personale, questo non è possibile».

«Rivolgendoci ai due movimenti – concludono i radiologi vibonesi – vogliamo chiarire che noi medici conosciamo bene la tempestività e l’urgenza, sappiamo anche quanto sia fondamentale la presenza di un medico radiologo (legge 101, che peraltro vieta l’esecuzione di esami strumentali senza la figura medica e la refertazione in teleradiologia solo di alcuni di questi e in assoluta assenza di obiettività clinica), e siamo consapevoli della necessità, più volte rappresentata, di velocizzare i tempi di assunzione di nuovo personale ed evitare il sovraccarico cui siamo costretti giornalmente, ma a noi medici è rimessa la cura e la tutela della salute, non la sua amministrazione».

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