venerdì,Aprile 26 2024

Festa Corpus Domini, il vescovo: «Chiacchiere e maldicenze distruggono il nostro essere comunione»

Alla solennità ha partecipato tutta la comunità diocesana. Dopo la messa in cattedrale monsignor Nostro ha presieduto la processione per le vie di Mileto

Festa Corpus Domini, il vescovo: «Chiacchiere e maldicenze distruggono il nostro essere comunione»

Comunità diocesana raccolta intorno al suo vescovo, in occasione delle celebrazioni della solennità del Corpus Domini. A Mileto, prima nella basilica cattedrale e poi lungo le vie del centro, la testimonianza cristiana è stata unanime e, per certi versi, commovente. I fedeli provenienti da tutto l’episcopato sono stati accolti da una città addobbata a festa, desiderosa, nell’occasione, di ritrovarsi dopo i due anni di interruzione dovuti alla pandemia. Nell’imponente chiesa madre della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea sono giunti in tanti. Ragazzi della prima comunione, centinaia di iscritti alle varie confraternite con relative divise e insegne, moltissimi sacerdoti e religiosi, decine di associazioni e movimenti ecclesiastici attivi sul territorio, semplici fedeli accorsi nella sede episcopale con il solo intento di partecipare ad uno degli eventi religiosi più attesi dell’anno. E lo spettacolo di fede, alla fine, è stato splendido. [Continua in basso]

“Non è possibile fare il pane, ancor di più diventare pane – ha sottolineato nel corso della celebrazione eucaristica il vescovo Attilio Nostro, rivolto in particolare ai “suoi” sacerdoti – se i chicchi non vengono prima macinati. E la macina è pesantissima e non lascia scampo ai chicchi. Gesù fa scendere la novità meravigliosa ed eterna dell’eucarestia proprio nel giorno in cui viene tradito da uno degli apostoli, in cui il suo essere frumento diventa farina nel morso terribile della macina. Tante volte abbiamo una reazione sbagliata nei confronti delle difficoltà che viviamo nella società civile, in famiglia e ovunque. In questo periodo ho colto molte confidenze e storie da parte di voi. Tanti hanno voluto parteciparmi le difficoltà vissute nella vita quotidiana per le cose più disparate: incomprensioni, mancanza di dialogo, maldicenze, giudizi e chiacchiere che distruggono la famiglia, le relazioni di amicizia, le coppie, i matrimoni e il nostro essere comunione, oltre che comunità. Sopra la mia testa, non a caso – ha aggiunto, indicando un’iscrizione in latino presente sull’altare centrale della chiesa –  c’è la scritta: “Un solo pastore un solo gregge”. Questa unità, però, la possiamo trovare solo se accettiamo di diventare pane venendo macinati dalle mani sapienti di Dio, con il rischio di essere fraintesi, giudicati e traditi”.

Il presule, nella sua omelia si è poi soffermato sulla capacità di leggere la nostra vita “in una chiave nuova, non umana ed esclusivamente razionale. Questa non è fede – ha chiosato – non è credere nella provvidenza e né essere cristiani. La nostra lettura della vita, invece, deve essere verticale, provvidenziale e sapienziale, senza escludere Dio e non pretendo che le nostre ferite siano diverse da quelle di Cristo”. Conclusa la messa, la solennità è proseguita con la chilometrica processione del Santissimo Sacramento per le vie di Mileto. E, in questo contesto, ad accogliere il Corpus Domini, tra canti e preghiere propagati in filodiffusione è stata, come detto, una città in festa, addobbata con la stupenda infiorata realizzata anche quest’anno dalla comunità di Potenzoni, con stuoli di arazzi e vasi di fiori posti sui davanzali delle case, con decine di icone e manifesti diramati lungo il percorso. Un vero e proprio inno alla fede cristiana, conclusosi, quando ormai le ombre della sera aveva fatto capolino da un pezzo, sul sagrato della cattedrale con la riposizione del Santissimo sacramento e con la solenne benedizione impartita ai presenti dal presule.

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