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La provincia di Vibo Valentia tra le peggiori d’Italia per qualità della vita: il report

L'indagine stilata dal Sole 24 Ore evidenzia criticità in tutti i territori calabresi. Quello vibonese spicca per quanto riguarda l'imprenditoria giovanile, infatti svetta a livello nazionale per numero di aziende guidate da under 35

La provincia di Vibo Valentia tra le peggiori d’Italia per qualità della vita: il report
Veduta di Vibo Valentia

La provincia di Vibo Valentia tra le peggiori d’Italia per qualità della vita nel 2022. È quanto emerge dall’indagine annuale del Sole 24 Ore che evidenzia un netto divario tra Nord e Sud, dove i territori calabresi risultano essere quelli con maggiori problemi di vivibilità. Crotone è il fanalino di coda della classifica occupando la posizione numero 107, che è preceduta da Reggio Calabria (102) e Vibo Valentia (103). Meglio – anche se di poco – Catanzaro e Cosenza che stazionano, in ordine, al 96esimo e al 95esimo posto. Ma se nelle diverse classifiche stilate dal quotidiano economico viene evidenziata una situazione drammatica per tutto il Meridione, e in particolare per la nostra regione, uno spiraglio di luce si vede in quella riguardante l’imprenditoria giovanile. Infatti a dominare la graduatoria è Vibo Valentia che svetta a livello nazionale per numero di aziende guidate da under 35, seguita a ruota da Crotone seconda. Poi Catanzaro sesta, Reggio Calabria decima e Cosenza ventesima. Vibo occupa l’ultima posizione nella graduatoria riguardante la qualità della vita delle donne. [Continua in basso]

La classifica sulle province con la migliore qualità della vita nel 2022

Una veduta di Firenze

Prima Bologna, seguita da Bolzano e Firenze. È la quinta volta in 33 anni che la provincia emiliana arriva prima per la qualità della vita dei suoi abitanti, migliorando di cinque posizioni rispetto all’anno scorso. L’edizione di quest’anno, comprensibilmente, dà anche ampio spazio alle ricadute sul territorio dei grandi shock avvenuti nel corso dell’anno: guerra in Ucraina, caro-energia e inflazione. In calo le città metropolitane, con Milano all’ottavo posto, Roma al trentunesimo e Torino al quarantesimo. Analizzando alcuni risultati a livello regionale, l’Emilia-Romagna mostra un buon posizionamento: accanto al primato di Bologna la classifica vede Parma al 9° posto e Reggio Emilia al 13°. Le provincie del Trentino Alto Adige restano salde nella top ten, con Bolzano al secondo e Trento al quinto posto.

In Toscana sono tre le province presenti in cima alla classifica: oltre a Firenze, le new entry Siena, che arriva al 4° posto (+11 posizioni), e Pisa (+12 posizioni) al decimo posto. Tra le città metropolitane, Milano – che nel 2021 era in seconda posizione – resta nella top ten ma scende all’ottavo posto, mentre Roma scivola al 31° (-18 posizioni); Cagliari sale di due posizioni (18° posto), Genova è al 27° posto (perde solo una posizione), Torino al 40° (-12 posizioni). Sul fondo Napoli (98° posto, in discesa di otto posizioni) e Palermo (88° posto, + 7 posizioni).

Per quanto riguarda i sei ambiti in cui sono suddivisi i 90 indicatori, il podio vede in cima per Ricchezza e Consumi Belluno, Bologna e Bolzano; per Affari e Lavoro Milano, Trieste e Roma; per Demografia, Salute e Società Bologna, Modena e Roma; per Ambiente e Servizi Pisa, Siena e Aosta; per Giustizia e Sicurezza Oristano, Pordenone e Sondrio; per Cultura e Tempo libero Firenze, Trieste e Gorizia. [Continua in basso]

I 90 indicatori statistici alla base dell’indagine, di cui 40 aggiornati al 2022, presentano una serie di novità: due indicatori sull’inflazione; un pacchetto di indicatori su energia da fonti rinnovabili/riqualificazioni energetiche/consumi energetici; l’indice della partecipazione elettorale alle ultime elezioni politiche di settembre 2022; nove indici sintetici inclusi nell’indagine che aggregano più parametri (Qualità della vita di giovani, bambini e anziani, Qualità della vita delle donne, Ecosistema urbano, Indice della criminalità, Indice di sportività, Indice del clima, IcityRank sulle città digitali).

Si confermano poi alcuni indicatori storici dell’indagine: valore aggiunto pro capite; prezzi delle case e incidenza dei canoni di locazione sul reddito medio dichiarato; imprenditoria giovanile; giovani Neet; ore di Cig ordinaria; infortuni sul lavoro; indice della qualità dell’aria; tasso di motorizzazione; indice di litigiosità nei tribunali; mortalità da incidenti stradali; numero di bar, ristoranti, librerie e palestre; agriturismi; indice di lettura; verde urbano; banda larga ultraveloce; amministratori comunali under 40. [Continua in basso]

Monza e Brianza prima per qualità vita delle donne, Vibo ultima

La classifica della qualità della vita nelle Province italiane, stilata dal Sole 24 ore, comprende anche la nuova edizione dell’Indice della Qualità della vita delle donne, che sintetizza 12 parametri. Secondo la graduatoria ad offrire maggior benessere alle donne è la provincia di Monza e Brianza, seguita da Treviso (vincitrice della prima edizione, nel 2021) e Cagliari. In questa particolare classifica la provincia di Vibo Valentia occupa l’ultima posizione.

A dare slancio alla provincia lombarda sono, in particolare, i dati relativi all’inserimento delle donne nel mondo del lavoro: Monza e Brianza registra il gap occupazione di genere più basso in Italia (pari al 7,1% contro una media nazionale del 19,4%), uno dei tassi di occupazione femminile più alti del Paese (69%) e il record di giornate retribuite a dipendenti donne (il 75,3% del massimo teorico). Inoltre, è terza dietro a Cagliari e Trento per speranza di vita delle donne con 86,1 anni (circa quattro anni in più rispetto a Siracusa, ultima in questo indicatore).

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