sabato,Maggio 18 2024

Il Cor (ro) sivo | L’insostenibile leggerezza dell’essere…tamarro a Vibo

Dai marciapiedi alle piante dinanzi ai negozi per preservare il posto auto, vizi e mancata educazione in attesa della pioggia e risposte mancate in attesa dell’amministrazione comunale e del senso civico

Il Cor (ro) sivo | L’insostenibile leggerezza dell’essere…tamarro a Vibo
Il lungomare di Vibo Marina

di Roberto Maria Naso Naccari Carlizzi

Dopo la pioggia la città e la natura hanno sempre un aspetto più lucido, vivido. L’abbiamo attesa per tanto tempo la pioggia e speriamo ne venga ancora, certo non come quel triste 3 luglio del 2006 (spartiacque di tante cose, prima e dopo di tante chiacchiere e pochi fatti), ma con costanza e moderazione. Girando a bordo della mia vettura, anch’essa beneficiata dalla pioggia e quindi leggermente più pulita, ho incrociato tante persone intente a pulire i marciapiedi. “Ah, che bello, che bravi, ho pensato tra me e me”. Invece seguendo i gesti e osservando meglio, nessuna paletta, solo lo spostare oltre l’entrata del negozio, del bar o dell’ufficio i residui di foglie, erbacce e carte. Che tristezza, poi magari sono gli stessi che si lamentano della sporcizia delle strade, della raccolta non puntuale. Sono poi sovente le medesime attività che piazzano davanti alle proprie attività piante, sedie e scatoloni ad assicurarsi il posto auto sempre disponibile e libero. Una cattiva abitudine da bassa provincia che perdura assieme ad altre palesi manifestazioni di inciviltà e maleducazione. Una volta in pieno centro a Vibo, nel tentativo di parcheggiare, in retromarcia truzzai, senza pentimento, una grasta. Questa cadde e meno male che non si ruppe. La cosa che mi diede sui nervi fu il proprietario del negozio che poggiato sullo stipite della sua attività commerciale, osservare le mie innumerevoli manovre per barcamenarmi tra le auto posteggiate e la sua grasta a occupare abusivamente il posto. Scendendo rialzai la pianta.

Mi dice con tono non molto conciliatorio: Se me l’avesse detto, gliel’avrei spostata. Rispondo, già con due o tre lune di traverso: sono cinque minuti che mi osserva, avrebbe potuto farlo lei stesso, non crede, oltre al fatto che non potrebbe stare lì la pianta! Negoziante: e ma se mi parcheggiano davanti, non entra nessuno! Io, ancora meno conciliante: C’è il marciapiede, non devono entrare con l’auto dentro. Comunque potrebbe richiedere la concessione di occupazione di suolo pubblico e non avere più problemi!Lui, non convinto: Non ho capito!Io, ormai alterato: Manco io, buona serata. Mi è sembrato vivere una supercazzola, col senno di poi, mi richiamo ad essere meno impulsivo. In sostanza, potrebbe certamente il nostro piccolo paese, essere più bello, adorno, elegante, pulito, meno disordinato. Ma sembra tutto ciò costare tanta fatica, duole l’indifferenza dei parcheggi creativi che bloccano il flusso di auto o occupano più posti, molestano le buste di spazzatura e di rifiuti abbandonati dove meglio confà alla maleducazione e alla pigrizia.

Certamente l’amministrazione comunale ci mette abbondantemente del suo. Illuminazione priva di manutenzione con luci intermittenti o proprio assenti, con marciapiedi con basole saltate, paletti anti parcheggio divelti o totalmente rimossi, panchine con sedute ridotte al lumicino, cestini se non ingombri e totalmente insufficienti, oramai tutti ammaccati. Comprendiamo che non ci sia una lira manco per una pizza, ma una periodica manutenzione prima che deperiscano le suppellettili e gli arredi urbani potrebbe farsi. Ed ecco che non basta una pioggia a ripulire, rallegrare e rendere vivido, ci vuole un po’ di sano amor proprio, di senso civico e di presenza dell’amministrazione comunale. È costume nella nostra bassa provincia da fine impero che dopo l’inaugurazione di un’opera pubblica, poi per decenni non si faccia nulla, nessuna manutenzione ordinaria e neanche straordinaria. E deperiscono diventando decrepiti non solo le opere, i marciapiedi, i cestini, i parchi, ma anche quel poco di barlume di buona educazione che sebbene resista ancora in molti cittadini, è vanificata dallo stuolo di tamarri impuniti e impenitenti che imperversa anche quando è munito di scopa o mette una pianta a far finta di abbellire una strada, ma in realtà a preservargli il posto all’auto e alla sua ego-smisurata maleducazione. Visto che nè l’amministrazione comunale né il senso civico daranno risposte, aspetteremo la prossima pioggia e magari anche qualche bel fulmine con buona mira…        

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