Porto di Tropea senz’acqua e corrente da un mese, pescatori e scafisti sul piede di guerra

Esterno dei bagni pubblici vandalizzati al porto di Tropea

Da quasi un mese mancano acqua e corrente elettrica al molo foraneo dei pescatori dove, già a partire dalla metà di marzo, sono anche riprese le escursioni in barca verso Capo Vaticano. Una situazione di forte disagio che sta aumentando il malcontento dei proprietari dei pescherecci e di quanti operano nel settore turistico con le escursioni in mare. Secondo diversi pescatori allarmati, «non si comprende il motivo per il quale, da un giorno all’altro e senza alcun preavviso, dalle manichette disposte sulle colonnine del molo non viene più erogata né acqua comunale, né corrente. Questo per noi – sottolineano alcuni di loro – rappresenta un serio problema principalmente per una questione di sicurezza. Nel caso in cui dovesse scoppiare un incendio nessuno avrebbe modo di intervenire tempestivamente per spegnerlo poiché tutti gli attacchi da sempre utilizzati sono ora completamente a secco. Inoltre senza il servizio idrico di cui sempre abbiamo usufruito, noi pescatori e gli scafisti che effettuano tour via mare non possiamo neppure eseguire il lavaggio delle imbarcazioni». [Continua in basso]

Alcuni di loro sono già stati in Comune a chiedere delucidazioni in merito e a far presente le serie difficoltà alle quali si sta già andando incontro, sottolineando anche che l’assenza di acqua impedirà l’intervento in caso di incendio. «Alla base di questa situazione a nostro giudizio grave – ci riferiscono i pescatori – ci sarebbe, per come spiegatoci proprio in Comune, un canone idrico di circa 80mila euro che l’ente ha mandato alla società Porto di Tropea spa la quale, a quanto sembra, non sarebbe felice di dover pagare. Motivo per cui è stata chiusa l’erogazione sia del servizio idrico che della corrente elettrica. Una decisione improvvisa, della quale non siamo assolutamente stati avvisati per tempo né dalla stessa società del Porto, né dal Comune, e che ha coinvolto pure gli uffici della Capitaneria di porto i quali, servendosi dalla stessa linea, sono rimasti per qualche giorno senza acqua».
Ora i pescatori evidenziano che «la società Porto di Tropea spa, per coloro che necessitano di usufruire del servizio idrico, mette a disposizione alcuni contatori chiusi a chiave ma previo pagamento, con fattura proforma, di 300 euro. Somma dalla quale vengono poi defalcati i consumi. Una volta azzerata la cifra, bisogna pagare nuovamente per avere acqua. Questo significa rimanere nel disagio – sottolineano i pescatori -, poiché tali contatori, allocati nella parte privata del porto, sono ben distanti dal nostro molo e per poter anche solo sciacquarci le mani siamo costretti a dover collegare una gomma lunga ben oltre 200 metri. Inoltre, qualora ciascuno di noi decidesse di sottoscrivere questo accordo, che resta individuale, i contatori con chiave di cui stiamo parlando si possono facilmente rompere. Siccome di atti vandalici ne è pieno il porto, come testimoniano le stesse condizioni di degrado estremo in cui versano quelli che un tempo erano bagni pubblici, sappiamo bene che se qualche malintenzionato scassa la chiusura del contatore e decide di aprire l’acqua, poi il malcapitato si ritrova a dover pagare altri soldi di tasca propria poiché i consumi effettivi superano quelli per cui si è inizialmente pagata la cifra di 300 euro».

Colonnina acqua e corrente elettrica molo foraneo porto di Tropea

Le proteste stanno montando, anche in previsione dell’imminente stagione turistica: «Non dimentichiamoci che quella parte del porto in estate è la porta di accesso alla città per molti turisti i quali, soffrendo già per l’impossibilità di utilizzare i servizi igienici pubblici poiché devastati dai vandali, si ritrovano ora nelle condizioni di dover salire su imbarcazioni sporche in un’area altrettanto sporca. Stiamo parlando di circa duemila persone in media che giornalmente gravano su questa parte del porto. Non comprendiamo le ragioni per le quali ci sono stati sospesi di colpo il servizio idrico e quello della corrente elettrica. Chiediamo un chiarimento sia al Comune di Tropea che alla società Porto spa – concludono poi i pescatori -, al fine di poter tornare con serenità a svolgere il nostro lavoro, come pescatori e come scafisti per le escursioni via mare. Cosa potrebbe succedere se, in estate, mancando l’acqua e la corrente elettrica restassero a terra tutti i passeggeri delle navi per le isole Eolie, muniti di biglietto? Oppure, peggio ancora, si dovesse verificare un incendio senza avere la possibilità di spegnerlo immediatamente? Oltre ad un disastro evitabile, sarebbe davvero un’ulteriore cattiva pubblicità per la “Perla del Tirreno” che si vanta di essere ogni anno una meta turistica importante».

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