lunedì,Aprile 29 2024

Vibo, a rischio chiusura classi dell’Istituto “Galilei” al penitenziario: proteste

Gli studenti detenuti esprimono disappunto: «Le lezioni ci consentono di sopportare la quotidianità trascorsa in questi ambienti angusti»

Vibo, a rischio chiusura classi dell’Istituto “Galilei” al penitenziario: proteste
Il carcere di Vibo Valentia

Una lettera di protesta per la chiusura classi all’Istituto tecnico economico Galilei Vibo Valentia presso la sede penitenziaria, indirizzata all’Ufficio scolastico regionale e al provveditorato Usp provinciale. A scriverla, gli studenti detenuti che evidenziano: «È giunta notizia che il prossimo anno scolastico non sarà garantita l’apertura di almeno due classi del percorso Ite Galilei ospite in questo istituto da oltre un ventennio. Siamo al corrente – si fa rilevare – che la direzione ha già scritto in merito e che le è stato assicurato come le richieste relativamente alle classi in questione siano state regolarmente proposte. Tuttavia – fanno emergere- riteniamo di dover esprimere il nostro personale disappunto sulla sola eventualità che nonostante la richiesta formulata l’ufficio scolastico regionale per altre logiche a noi sconosciute, non supportate da riferimenti normativi, possa decidere di sopprimere tali classi». [Continua in basso]

Per gli allievi detenuti «la concretizzazione di tale eventualità realizzerebbe una vera e propria ingiustizia che arrecherebbe danno al nostro diritto allo studio soprattutto a fronte di un dato certo ed indiscusso di aumento della domanda di iscrizione in tale scuola». E ancora «sarebbe incomprensibile la non attivazione delle due classi già formate sulla carta, in base alle iscrizioni e ciò in violazione alla normativa vigente». Per gli studenti «lesione ancora più pregnante se si tiene conto che l’offerta scolastica all’interno del penitenziario è differenziata a seconda del circuito di riferimento (per l’alta sicurezza previsto percorso agroambientale, sex offenders primaria, e per la media sicurezza iter Ite) e ciò al fine di garantire la sicurezza che fa sì che detenuti appartenenti a circuiti diversi non possano incontrarsi se non per eventi eccezionalissimi con tanto di autorizzazione dap. Ridurre le classi dell’Ite diventerebbe discriminante per noi detenuti del circolo di media sicurezza che avremmo un percorso scolastico limitato rispetto agli altri detenuti». La mancata attivazione delle due classi porterebbe gli ospiti del circolo di media sicurezza a non poter continuare gli studi «con violazione dell’ordinamento penitenziario che invece spinge e permette ai frequentanti percorsi scolastici di non essere trasferiti fino al termine del percorso scelto».

Gli studenti detenuti non nascondono l’amarezza: «Sapere che questa importante opportunità garantitaci della Costituzione potrebbe essere ridotta è qualcosa di scandaloso e aberrante per noi, e rende ancora più difficile la detenzione». «Le uniche attese positive, in un ambiente così restrittivo, sono i colloqui con le persone care e gli incontri quotidiani con gli insegnanti dell’Ite Galilei. Sono queste due concrete possibilità che ci consentono di sopportare la quotidianità trascorsa in questi ambienti angusti, i disagi derivanti da un servizio sanitario ridotto all’osso e dalla carenza di personale di polizia penitenziaria a causa della quale spesso la direzione deve privarci si alcune offerte trattamentali significative se pur non obbligatorie». La protesta non si fermerà fino a quando «non sapremo ufficialmente che le classi richieste verranno attivate dall’Usp di Vibo».

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