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Alluvione del 3 luglio 2006: una messa a Bivona per le vittime, ma è polemica sui soldi mai utilizzati

La Regione Calabria ha stornato 7 milioni di euro in quanto fondi inutilizzati che dovevano servire per interventi a sostegno degli imprenditori vibonesi a seguito dei danni provocati dal nubifragio

Alluvione del 3 luglio 2006: una messa a Bivona per le vittime, ma è polemica sui soldi mai utilizzati
Un'immagine dall'alto dell'alluvione del 3 luglio 2006
Alluvione a Vibo Marina nel 2006

Dalle 12:00 alle 15:00 circa venne giù, forte e copiosa, una indescrivibile quantità di pioggia che generalmente si vede cadere in circa due mesi. Era il 3 luglio 2006 e nelle frazioni costiere di Vibo, in particolare, si scatenò l’inferno che si manifestò in tutta la sua violenza provocando quattro vittime e danni per oltre 200 milioni di euro. La furia dell’acqua spense la vita di Salvatore Gaglioti, di appena 15 mesi, di Ulisse Gaglioti, 40 anni e zio del piccolo, e di Nicola De Pascale, di anni 44. Tutti travolti dall’onda di fango e detriti, mentre un’altra persona, Antonio Arcella, un pastore di 56 anni, è rimasta folgorata da un fulmine all’interno della sua azienda agricola in località Crocicelle, nel comune di Sant’Onofrio. In sua compagnia c’era un altro pastore, Onofrio Calcapietra, rimasto gravemente ferito. Nicola De Pascali e Salvatore Gaglioti, erano invece colleghi e quel giorno si trovavano insieme: facevano le guardie giurate e stavano rientrando dal lavoro percorrendo la strada statale 18. A distanza di 17 anni dall’alluvione che colpì la nostra città, la memoria è ancora forte e viva – ha dichiarato il sindaco di Vibo, Maria Limardo – e oggi, ancor di più rispetto agli altri giorni, il nostro pensiero è rivolto alle quattro vittime di quel tragico evento e alle loro famiglie, alle quali esprimiamo la nostra vicinanza. Per tutta Vibo, il 3 luglio non sarà mai un giorno qualunque. Per tutta la città questo è il giorno del silenzio. Ci vediamo stasera alle ore 19.00 presso la chiesa di Bivona per partecipare, insieme, alla celebrazione della santa messa”.

I fondi stornati dalla Regione

Se la tragedia viene ricordata ogni anno, diverso il discorso per quanto attiene ai fondi che dovevano servire per la ricostruzione e la messa in sicurezza di un intero territorio. Lo scoro anno, infatti, si è assistito ad uno storno di fondi pari a 7 milioni di euro e rientranti nella misura relativa agli interventi a sostegno degli imprenditori vibonesi a seguito dei danni provocati dall’alluvione del 2006. I fondi inutilizzati, a parere della maggioranza, rischiavano di andare perduti. Il provvedimento è stato approvato nonostante il voto contrario, le astensioni e le riserve di molti rappresentanti dell’opposizione. In particolare, il consigliere Ernesto Alecci (Pd), nel suo intervento, aveva precisato che diverse imprese del territorio vibonese, danneggiate dall’alluvione del 2006, sono ancora in attesa del trasferimento delle risorse benché da anni la loro istanza sia stata accolta. Ancora più duro l’intervento di Raffaele Mammoliti (Pd) che, ricordando il tragico evento, aveva ricordato come «la data del 3 luglio 2006 gridi ancora vendetta per l’incuria del territorio» sottolineando come, di fatto, al territorio vibonese sono stati sottratti sette milioni di euro. Di diverso avviso la maggioranza alla Regione, che aveva ritenuto strumentali le dichiarazioni dell’opposizione in quanto le richieste di risarcimento mancavano, a loro avviso, dei presupposti giuridici. Il consigliere Francesco De  Nisi (Coraggio Italia) aveva rimarcato come i fondi fossero stati stornati perché le istanze non avevano trovato accoglimento da parte delle commissioni, proponendo che una prima parte delle risorse andasse a finanziare il Consorzio Costa degli Dei. Diciassette anni sono trascorsi, quindi, per arrivare al nulla: degli interventi di messa in sicurezza – dalla collina al mare – compresi i sottopassi ferroviari, ben poco si è visto.

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