venerdì,Dicembre 13 2024

Drapia, si punta a riqualificare marciapiedi e aree d’interesse pubblico

Al contributo statale si aggiungeranno fondi comunali per sostituire le grate obsolete di scolo delle acque meteoriche e rifare un marciapiede

Drapia, si punta a riqualificare marciapiedi e aree d’interesse pubblico

Il Comune di Drapia «riqualificherà, su tutto il territorio, tutte le grate di scolo delle acque meteoriche obsolete e deformi e, per quanto concerne la sola frazione di Gasponi, verrà risanato il marciapiede lato macelleria fortemente degradato». E’ quanto fa sapere il sindaco Alessandro Porcelli riguardo i contributi statali per investimenti finalizzati alla manutenzione straordinaria delle strade comunali, all’arredo urbano e ai marciapiedi. L’ente, che investirà un totale di 15mila euro, è infatti risultato assegnatario di un contributo ministeriale pari a cinquemila euro per l’esecuzione del progetto di “Riqualificazione marciapiedi e aree d’interesse pubblico”. Al piccolo finanziamento, ottenuto sulla base del numero totale degli abitanti, «si aggiungeranno ulteriori diecimila euro dalle casse comunali – ha precisato Porcelli – per completare una serie di interventi che attendevamo di poter svolgere da tempo». L’assegnazione rientra nelle disposizioni impartite dal Ministero dell’Interno con decreto nel gennaio dello scorso anno, nel limite complessivo di 200 milioni di euro per il 2022 e di 100 milioni di euro per il 2023. Il fondo, inoltre, rientra nel “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e Bilancio pluriennale per il triennio 2022- 2024”. Il contributo per l’anno in corso è stato assegnato nella misura del 50% rispetto all’annualità 2022 e gli enti risultati beneficiari sono tenuti ad iniziare l’esecuzione dei lavori entro il 30 luglio prossimo per i contributi relativi all’anno in corso (a pena di decadenza). In merito all’intervento, dalla sede comunale hanno fatto sapere che «la soluzione progettuale prospettata prevede di realizzare l’intervento completamente in proprietà pubblica e, pertanto, non si è reso necessario l’avvio della procedura espropriativa».

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