martedì,Aprile 30 2024

Messa in prova dei condannati: il Comune di Vibo sottoscrive un accordo

L’ente sigla una Convenzione con l’Ufficio di esecuzione penale esterna. Il beneficio riguarda le persone che si sono macchiate di crimini minori e destinate ad attività di volontariato o socialmente utili

Messa in prova dei condannati: il Comune di Vibo sottoscrive un accordo
Il Comune di Vibo Valentia

Si chiama messa in prova. È la misura alternativa che un giudice emette nei confronti di un condannato che si è macchiato di crimini minori sospendendo la pena inflitta. Il più delle volte è un impiego socialmente utile o un’attività di volontariato. In pratica, al reo viene concessa l’opportunità di “ripagare” la società mettendosi a disposizione per svolgere attività che possano essere d’utilità all’intera popolazione, che però viene revocata nel momento in cui commette un fatto illegale che fa, pertanto, venir meno la fiducia concessa dal magistrato. Ebbene, nell’ottica della necessità di offrire una seconda chance, il Comune di Vibo ha recentemente deliberato l’approvazione di una Convenzione che per, l’appunto, prevede la messa alla prova e la sottoscrizione di un accordo di collaborazione per l’attività di volontariato a valenza riparativa. A tal riguardo, l’ente locale e la sezione distaccata di Vibo Valentia dell’Ufficio di esecuzione penale esterna (Uepe) hanno previsto l’adozione di una figura professionale con specifiche competenze in ambito socio-pedagogico, umanistico e giuridico. In gergo tecnico viene chiamato “facilitatore di giustizia” che deve assolvere ad una serie di compiti tra i quali quello di innovare gli spazi di praticabilità dei programmi di giustizia riparativa all’interno dei servizi della Giustizia, di diffondere la cultura della riparazione, promuovere maggiore attenzione ai diritti delle vittime e di favorire la personalizzazione e l’individualizzazione delle attività di volontariato a valenza riparativa.

Quelli appena specificati si configurano, come riportato nella Convenzione, quali spazi di adesione “volontaria e partecipata, momenti qualificanti del percorso di recupero sociale sia in ambito intramurario che in area penale esterna, opportunità concrete di risoluzione del conflitto del reato e da ultimo quali spazi di riflessione sull’evento reato in termini di rafforzamento della sicurezza sociale”. Nell’ambito della collaborazione, l’amministrazione comunale dovrà individuare strutture operative idonee per lo svolgimento di impieghi di volontariato e collaborare con l’Uepe per la redazione di un progetto individuale per ogni persona chiamata a svolgere le attività che contempli il luogo, la frequenza e le modalità degli incontri.

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