lunedì,Aprile 29 2024

Vibo, l’ultimo saluto all’ispettore Concesso Scarfone della Polizia Stradale

Si sono celebrati i funerali nella chiesa di Santa Maria La Nova in un clima di grande commozione e con una notevole presenza di amici, conoscenti ed ex colleghi

Vibo, l’ultimo saluto all’ispettore Concesso Scarfone della Polizia Stradale

Il feretro, portato a spalla dagli uomini in divisa, esce dalla chiesa fra due ali di agenti. Poi ecco l’ultimo viaggio preceduto da un’auto della Polizia stradale. E prima ancora le toccanti parole di don Enzo Varone, che ha celebrato il funerale, e il commovente ricordo dei figli, degli amici, dei colleghi. Davvero tanta gente questa mattina, nella chiesa di Santa Maria La Nova, ha reso omaggio all’ispettore di polizia Concesso Scarfone, venuto a mancare all’affetto dei suoi cari, a causa di un male incurabile, che se l’è portato via a 62 anni, lasciando tanta tristezza, lacrime, dolore e sconforto fra i familiari, gli amici, i colleghi e tutti coloro i quali hanno avuto modo di conoscere una persona buona e perbene.

Un uomo speciale

«Siete qui in tanti non per formalità, ma per fare comunione. Perché Concesso Scarfone era proprio ciò che sapeva fare meglio, appunto comunione». Ha iniziato così la sua omelia don Enzo Varone, il quale ha tratteggiato la figura di un uomo di fede, dal sorriso solare, sempre prodigo di consigli e di suggerimenti. Mai una parola fuori posto. Mai un atto di superbia. Di Concesso Scarfone tutti ne hanno sempre parlato come di una persona speciale, proprio per questo suo carattere umile, per la sua sincerità, per i sorrisi appunto, la competenza e la bravura, perché all’interno della Polizia stradale era davvero un punto di riferimento per tutti. «Ci sono tanti modi per fare il poliziotto – così don Enzo Varone – e lui aveva scelto di farlo per bene e per il bene».

I ricordi e i saluti

Commovente, si diceva, il ricordo dei figli Alfonso e Marco, i quali hanno tratteggiato quell’uomo che li ha cresciuti all’insegna di determinati valori, nel rispetto di tutto e di tutti, e con il quale avrebbero voluto e dovuto ancora fare tante cose. «Sei stato il bastone che ci ha sostenuto in questi anni – così Alfonso e Marco – e avremmo voluto essere noi il bastone che avrebbe sostenuto te negli anni a venire. Non avremmo potuto desiderare un padre migliore di te e stai sicuro che andremo avanti nel rispetto di quei valori che ci hai lasciato». Altrettanto toccante il ricordo degli amici e poi quello dei colleghi, letto quest’ultimo da Enrico Arlotta, il quale ha rammentato la figura di «poliziotto amico e sempre in grado di trovare la soluzione giusta ad ogni problema», ma anche di un uomo dalla «simpatia solare e dai modi educati e gentili». Tanti i colleghi di un tempo presenti alle esequie: ingrigiti, invecchiati, ma fortemente commossi al pensiero di dover rendere l’ultimo omaggio a un caro amico. E poi i colleghi recenti “i giovanotti” come li chiamava lui, verso i quali ha sempre avuto un pensiero affettuoso, un consiglio utile, una battuta pronta. In tanti hanno pianto, questa mattina, versando lacrime sincere. Numerosi i poliziotti alle esequie: si sono disposti in due file per salutare l’uscita del feretro dalla chiesa. E poi via verso Scido, per l’ultimo viaggio preceduto un’auto della Polizia stradale, la sua seconda famiglia.

Chi era Concesso Scarfone

Classe 1961, reggino di Scido, era arrivato a Vibo nel 1982 assieme ad altri giovani poliziotti. Un gruppo di bravi ragazzi: lui, Mazza, Canale, Schiava, Moro e Varano. Tutti alla Polizia stradale. Le uscite in moto e in auto, la formazione, l’esperienza sul campo. Assimilava tutto, Concesso Scarfone, imparava e migliorava a vista d’occhio. Quel giovane poliziotto dal nome insolito era accompagnato da un sorriso continuo. Da una disponibilità puntuale. Da un buonumore che trasmetteva al prossimo. Dalla competenza. A Vibo era apprezzato ovunque, come poliziotto integerrimo e persona perbene. Chi ha frequentato la caserma in quegli anni, lo ricorda con affetto e commozione. E lo si ricorda spesso e volentieri in compagnia di Francesco Varano, l’amico di sempre. Un altro bravo ragazzo come lui, reggino diventato poi vibonese come Scarfone: perché in caserma ci si chiama per cognome, fra colleghi, proprio come a scuola: “Ciao Scarfone”; “Buongiorno Varano”. A Vibo l’incontro con Lucia: si dice spesso che “poli opposti si attraggono” ma in realtà stavolta non è così, perché un uomo perbene incontra una donna perbene, espressione di una famiglia altrettanto perbene. Da questa unione nascono Marco e Alfonso, gli amati figli cresciuti nel miglior modo possibile. Trascorre ben 38 anni in Polizia, Concesso Scarfone: 36 alla Polizia Stradale, dove con il tempo diventa l’ispettore Scarfone, benvoluto da tutti, apprezzato per come sa svolgere il proprio lavoro. A proposito: è andato in pensione con il grado di Sostituto commissario, ma per tutti è sempre stato “l’ispettore Scarfone”. Negli ultimi due anni eccolo alla Scuola Allievi Agenti: anche qui, appena arrivato, dimostra a tutti di avere una marcia in più. Una grande competenza, la sua. Un poliziotto abile e affidabile, con il quale tutti si rapportano. Poi la pensione: arriva il momento di godersi la famiglia, di trascorrere più tempo con la moglie Lucia nel frattempo trasferitasi a Roma per lavoro, con i figli, con gli adorati cagnolini. Ma pochi mesi dopo ecco la comparsa di un brutto male che se l’è portato via troppo presto. Proprio a Roma l’ultimo saluto, qualche attimo prima di lasciare questa terra, da parte di Francesco Varano, l’amico di sempre, con quella mano che si alza da lontano e quelle parole che lo fanno commuovere: “Ti salutano tutti i colleghi”. E poi il pensiero costante verso i figli, con i quali avrebbe voluto realizzare tanti altri progetti. Non ce l’ha fatta, Scarfone, a vincere quella battaglia contro un avversario “maledetto” che non ti lascia scampo. Evidentemente da qualche parte servivano i suoi sorrisi, la sua bontà, la sua spontaneità, la sua competenza. Non è giusto, ma è la vita, purtroppo. Restano i ricordi. Rimane la certezza di aver conosciuto e apprezzato una persona che, sicuramente, lascia questo mondo meglio di come l’ha trovato. E allora, nel giorno dell’ultimo saluto, della commozione e delle lacrime, bisogna trovare la forza per rivolgere un sorriso al cielo. “Ciao Scarfone”.

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