giovedì,Aprile 18 2024

Mileto, si lavora per salvare il palazzo simbolo dell’antisismica dei Borboni

Va avanti l’interlocuzione tra il Comune, la Soprintendenza e i proprietari dell’ex palazzo vescovile, realizzato a fine ‘700 con tecniche all’avanguardia

Mileto, si lavora per salvare il palazzo simbolo dell’antisismica dei Borboni
L'ex palazzo vescovile di Mileto

È stata attuata la prima parte dell’ordinanza con cui il sindaco di Mileto Salvatore Fortunato Giordano ha intimato ai proprietari dell’ex palazzo vescovile di via Duomo di mettere in sicurezza il fabbricato «con misure di carattere previsionale a tutela della pubblica e provata incolumità, impedendone contemporaneamente l’accesso a chiunque».

Nell’occasione, è stata anche effettuata la ripulitura dell’area ricadente in piazza Naccari, mentre per quanto attiene la messa in sicurezza definitiva dell’intero edificio, tramite «la realizzazione delle opere necessarie ai fini della salvaguardia della pubblica e privata incolumità ed, a lavori eseguiti, all’emissione e trasmissione agli organi comunali competenti del collaudo statico del manufatto», contatti sarebbero in corso tra i proprietari e la Soprintendenza di settore per ovviare pure a questa esigenza.

A quel punto al Comune di Mileto rimarrà da fare la cosa forse più importante, lavorare per cercare di acquisire l’antico fabbricato e porre, quindi, le basi per l’ottenimento di un finanziamento pubblico che permetta di riportarlo all’antico splendore. L’ex palazzo vescovile, dichiarato mesi fa dal ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo di interesse architettonico e, dunque, sottoposto a vincolo, versa da anni in stato di totale abbandono. Una parte dell’edificio, a causa di una serie di eventi verificatisi nei vari decenni, è ormai crollato.

Rimane da preservarne il resto e da ricostruirne la parte mancante con interventi mirati, vista anche la valenza della tecnica costruttiva. Il fabbricato è stato oggetto nel 2013 di un test in laboratorio realizzato – in collaborazione con l’Unical di Cosenza – dall’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr-Ivalsa) di San Michele all’Adige, in provincia di Trento.

In quell’occasione, lo studio ha permesso di mettere in evidenza le eccellenti caratteristiche di resistenza agli eventi sismici dell’edificio, non a caso ritenuto figlio di quella prima sperimentazione antisismica di fine ‘700, di grande attualità ancora oggi. Furono quelli gli anni in cui la Calabria venne colpita da un tragico terremoto. All’indomani, i Borboni per la ricostruzione degli abitati utilizzarono una muratura di pietre e malta rinforzata da un’intelaiatura in legno di castagno. Oggi di quella tecnica rimangono solo pochi esempi. Uno di questi, appunto, è proprio l’ex palazzo vescovile di Mileto.

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