Contadino a 90 anni, la storia d’amore tra “Ziu Ninu” e la cipolla di Tropea
Nelle campagne di San Costantino di Briatico lo spaccato di un mondo che resiste alla modernità e che resta tenacemente legato ai valori più genuini della tradizione
La nostra è una terra assai controversa. Da un lato: la ricca cultura, i panorami da togliere il fiato, una tradizione enogastronomia invidiabile. Dall’altro, le continue emergenze, gli strascichi di una politica mangiona, la sanità che a volte eccelle ed altre arranca. E tra i mille volti della Calabria non possiamo non contemplare il ruolo dei piccoli paesi le cui minuscole storie compongono un puzzle suggestivo e di straordinaria bellezza. Antonino Garrì, per tutti ziu Ninu, fa parte di un mondo che, ai più, potrebbe apparire alquanto insignificante. E che, invece, è un inesauribile contenitore di conoscenze e valori.
Il lavoro, la terra e la famiglia
Dall’alto dei suoi eloquenti 90 anni (è nato il 10 marzo del 1930), è tra i personaggi simbolo di San Costantino di Briatico. In paese, com’è ovvio, lo conoscono da sempre. Da una vita. Il suo volto è scavato da rughe profonde come la terra che ama coltivare e alla quale, nonostante la veneranda età, è legatissimo. Le mani, grandi e callose, raccontano una vita di fatiche e sacrifici per mandare avanti la famiglia. Ancora oggi, nonostante potrebbe godere della sua meritata persioncina, si sveglia all’alba e, a bordo della sua moto ape, raggiunge l’orto dove trascorre la gran parte delle giornate.
Così seguendo il ciclo delle stagioni, ziu Ninu pianta, cura, pota, zappa e – giorno dopo giorno – si gode i frutti di tanto impegno. È tra i più anziani contadini del circondario. Attivissimo, instancabile, sempre pronto a elargire consigli. Il suo recente rinnovo della patente lo ha consacrato a leggenda vivente. Sposato con Domenica Aprile dal 1956, ziu Ninu ha tre figli: Raffaella, Costantino e Maria Concetta. Ma detiene anche un altro record. Lui, nato in una famiglia composta da 14 fratelli, ha avuto la gioia di diventare bisnonno di quattro nipoti, l’ultimo nascerà a dicembre.
La vita nei campi
A ricostruire l’immagine di questo super nonno, ci hanno pensato proprio i nipoti: «Ama la terra così tanto – affermano – che nonostante la forza non sia più quella di un tempo, continua a coltivare ogni ben di Dio. Soprattutto la cipolla rossa di Tropea. Siamo orgogliosi di tutto ciò». In passato, lavorava nei villaggi come giardiniere, a volte anche a “giornata”, sempre nei campi: «La terra è da sempre stata la sua compagna di vita. Si trovò da giovane e dover accudire il bestiame e anche a partire con il carro per andare a vendere i prodotti raccolti ai mercati». Una vita, spiegano i familiari, ricca non di lussi e ricchezze ma di semplicità.
La festa in paese e gli incanti
In paese, a San Costantino di Briatico, è una vera istituzione. Nei giorni di festa, un tempo non molto lontano, era il protagonista degli “incanti”. Ovvero, gli abitanti del paese portavano agli organizzatori della festa solenne dei doni, e ziu Ninu, con il suo piglio ironico, li metteva all’asta. Era un momento atteso da tutti, da grandi e piccoli.
Il pranzo dai nonni e il fenomeno dell’immigrazione
La domenica e nei giorni di festa, la tradizione vuole che figli e nipoti pranzino tutti a casa dei nonni: «Ancora oggi a lui dispiace che noi nipoti e figli siamo via per lavoro e abbiamo costruito la nostre famiglie in altri luoghi. Ma quando torniamo – fanno presente – la prima cosa che vogliamo fare è quella di andare dal nonno per farci due grandi risate». Momenti di spensieratezza e semplicità nei quali si ricordano i tempi passati, le difficoltà e ristrettezza affrontate con dignità: «Promise a mia nonna che l’avrebbe portata in viaggio di nozze con il carro a Vibo Marina. Questo viaggio non è mai stato fatto. Lei lo racconta sempre e per me – conclude il nipote Alessandro – rispecchia i valori di semplicità che ci ha voluto tramandare».