venerdì,Aprile 19 2024

Energumeno picchia l’arbitro con calci e pugni e lo manda in ospedale nel Vibonese

L'episodio al termine della partita di Seconda categoria fra il Pernocari e il Filandari. Nei confronti del direttore di gara anche pesanti minacce. "Stangate" le due società

Energumeno picchia l’arbitro con calci e pugni e lo manda in ospedale nel Vibonese

Ennesimo episodio di violenza nel Vibonese. Ancora una volta in Seconda categoria si deve registrare una indegna aggressione ad un direttore di gara. Il limite è ormai stato oltrepassato e se dovesse continuare così, bene farebbe il presidente degli arbitri a investire del problema l’Aia nazionale e a non mandare più direttori di gara per questo campionato. L’ultimo atto, vergognoso e deprecabile, è avvenuto domenica scorsa a Rombiolo, in occasione della gara di Seconda categoria fra i padroni di casa del Pernocari e il Filandari. Ciò che vi stiamo per raccontare è quanto riportato nel Comunicato ufficiale numero 29 della Delegazione provinciale del Cr Calabria. [Continua in basso]

“Ti meriti di essere sparato”

Il giudice sportivo territoriale ha esaminato il referto arbitrale, il suo supplemento e gli allegati. Nel comunicato si legge quindi che “al termine della gara, l’arbitro rientrava nel suo spogliatoio ed al suo interno veniva aggredito da un soggetto che lo insultava profferendogli “pezzo di merda, ci hai fatto perdere, ti meriti di essere sparato”. Da questi volgari insulti “il direttore di gara riconduceva detta losca figura ad un tifoso del Filandari, società ospitata”. Ricordiamo che l’incontro è terminato con la vittoria del Pernocari per 3-1 sul Filandari.

Calci alle gambe, pugni al volto e insulti

Dopo aver profferito tali minacce, la suddetta persona “iniziava ad aggredire l’arbitro con una serie ripetuta e violenta di calci alle gambe e colpi in volto, lo afferrava dalle mani, girandogliele con forza e violenza, continuando negli insulti “merda! sei una merda!”. Quindi, l’arbitro urlando ad alta voce, chiedeva aiuto “ed in suo soccorso accorrevano i dirigenti della società Pernocari”. Solo a questo punto “l’energumeno abbandonava lo spogliatoio e dopo un po’ l’arbitro lasciava l’impianto sportivo”.

Distorsione al gomito

Al rientro nella sua città “l’arbitro, accusando dei dolori in varie parti del corpo, si faceva visitare dal medico di guardia medica, che consigliava approfondimento diagnostico che veniva eseguito il giorno successivo presso l’ospedale di Reggio Calabria, che riscontrava “contusione, distorsione del gomito sinistro e prescrizione stecca gessata per 15 giorni salvo complicazioni”.

La responsabilità

Il giudice sportivo spiega che “la ricostruzione del grave episodio di violenza accaduto può con tranquillità essere affidato al narrato del referto arbitrale e del suo supplemento che trova riscontro negli allegati certificati medici che confermano le violenze e la natura delle lesioni patite dall’arbitro”.
Dovendosi attribuire una paternità all’accaduto in termini di giustizia sportiva “vi è innanzitutto da evidenziare una intrusione abusiva all’interno del terreno di gioco anche se a fine partita, però con tutti i partecipanti alla gara ancora al suo interno; vi è anche, che una persona non autorizzata si è potuta non solo avvicinare ma addirittura, penetrare indisturbato all’interno degli spogliatoi e finanche a quello riservato al direttore di gara”. [Continua in basso]

Mancata idonea sorveglianza

Si fa quindi notare che “i carabinieri sono intervenuti successivamente a distanza di tempo dall’aggressione a seguito della chiamata dell’arbitro”. Emerge quindi “una responsabilità della società ospitante per la mancata ed idonea sorveglianza dell’impianto, del terreno di gioco e degli annessi spogliatoi”. Emerge, altresì, una “responsabilità della società Filandari, per il grave gesto di aggressione sopra descritto, attribuibile senza alcun dubbio ad un proprio sostenitore allo stato non identificato ma ad essa riconducibile dagli insulti profferiti ove ha dimostrato di avere un interesse”.

Società entrambe responsabili

“Siccome non è ragionevole ritenere che un non addetto ai lavori (estraneo) entri negli spogliatoi – si legge ancora nel comunicato ufficiale – e non susciti l’attenzione ne degli addetti alla sorveglianza della società ospitante, né dei tesserati della società ospitata; si ritiene che entrambe le società siano venute meno a precisi obblighi e doveri di lealtà e probità sportiva in merito ad una adeguata condotta di prevenzione di atti violenti. L’essersi disinteressati del fatto o il non essersi accorti di quanto stava avvenendo fino alle invocazioni urlate di aiuto dall’arbitro, non elimina la sleale condotta delle due società. Quantunque debbano essere distinte le due condotte in ordine ai provvedimenti sanzionatori”.

Le squalifiche

Il giudice sportivo ha quindi inflitto l’ammenda di 200 euro al Pernocari e di 400 euro al Filandari. Inoltre ha squalificato per una giornata il campo del Pernocari e per due quello del Filandari. La società del Filandari è stata quindi sanzionata con 2 punti di penalizzazione. Infine, visto quanto accaduto e siccome potrebbero emergere ulteriori profili di responsabilità, si demandano gli atti alla Procura Federale in sede per quanto di competenza, in ordine al riconoscimento del soggetto autore dell’atto di violenza ed altre eventuali responsabilità.

LEGGI ANCHE: Calcio violento nel Vibonese: arrivano due pesanti squalifiche

Rinascita-Scott: le ingerenze dei Bonavota nelle società di calcio di Filogaso e Soriano

Rinascita Scott: Mantella, le partite gratis della Reggina, i politici e i boss

Rinascita Scott: Mantella, la mafia del calcestruzzo, la Vibonese e le elezioni

Articoli correlati

top