Quaranta i millimetri di pioggia caduti nel primo pomeriggio nel Vibonese. Il capo della Protezione civile afferma che la realizzazione di una vasca d’espansione tra il Sant’Anna e il Libanio è ferma a causa di un contenzioso.
Fermato dai carabinieri delle Compagnie di Tropea e Vibo, è stato trovato in possesso di 25 grammi di sostanza stupefacente. Nella successiva perquisizione domiciliare a suo carico sono stati rinvenuti un altro quantitativo di droga e varie attrezzature.
Fu tra il 2002 e nel 2004 che nel Vibonese si ebbe la gestazione di un nuovo cartello mafioso antagonista del clan Mancuso di Limbadi, fino ad allora padrone incontrastato della Provincia, di cui la famiglia di Sant’Onofrio fu capofila.
Sulla vittima una vera e propria tempesta di fuoco scatenata da Francesco Fortuna e da almeno un suo complice. Le mire espansionistiche del 33enne preoccupavano i boss con i quali era imparentato.
Considerato elemento di spicco della cosca Bonavota di Sant’Onofrio, il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri della Compagnia di Vibo su disposizione della Dda di Catanzaro.
L’attività di contrasto ai furti effettuata dai carabinieri in tutto il territorio provinciale, con particolare attenzione alla zona delle Serre, registra nuovi risultati operativi.
Sorpreso dai Carabinieri di Vibo Valentia in un appartamento ubicato nello stesso stabile della propria abitazione e in compagnia di numerosi commensali gravati da precedenti di polizia. Per Luciano Macrì, 47 anni, è scattato l’arresto ai domiciliari già convalidato dal gip.
Il presunto boss era stato tratto in arresto lo scorso maggio per diverse violazioni della sorveglianza speciale. La decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro.
Stretto riserbo degli inquirenti sull'arresto del settantottenne vibonese operato questa mattina dai carabinieri di Vibo. Almeno nove i casi di violenza riscontrati dall’Arma, tutti ai danni di minori di 18 anni e, in due casi, di minori di 14 anni. Solido il quadro probatorio.
Dal vertice in Prefettura rassicurazioni sull’immediato pagamento di una mensilità arretrata e di altre due a breve termine. I manifestanti tornano sul posto di lavoro.
Un quarantottenne del luogo dovrà ora scontare 10 mesi di carcere per numerose violazioni del regime di pubblica sicurezza cui era sottoposto da circa due anni.