giovedì,Aprile 18 2024

“No antenna” a Stefanaconi, in mille chiedono un Consiglio straordinario

Petizione popolare inoltrata al sindaco e al presidente dell’assise allo scopo di intraprendere una serie di iniziative e di regolamentare il settore

“No antenna” a Stefanaconi, in mille chiedono un Consiglio straordinario

«I sottoscritti cittadini del Comune di Stefanaconi da oltre un mese vivono in costante apprensione a causa del tentativo concreto di installazione, nel centro cittadino ed in zona al alto rischio idrogeologico (PAI R4), di una antenna per telefonia mobile Wind; sono particolarmente allarmati per il proliferare incontrollato di queste antenne e soprattutto preoccupati per le dirette, immediate e gravi conseguenze che possono derivare alla salute pubblica in una parte del nostro territorio densamente abitato».

È questo l’incipit della petizione pubblica che il comitato cittadino “No antenna” di Stefanaconi ha inoltrato, corredandola di circa mille firme, al sindaco e al presidente del Consiglio del Comune Stefanaconi, chiedendo la convocazione di una seduta straordinaria del consiglio comunale al fine di trattare l’argomento antenne anche alla luce del recente provvedimento della Procura di Vibo che ha posto sotto sequestro gli impianti radio televisivi siti in località Croce Nivera, nel territorio di Stefanaconi.

Elettrosmog, sotto sequestro le antenne nei pressi del castello

Nel mirino vi è tuttavia, principalmente, la vicenda della costruzione del ripetitore Wind a ridosso del centro abitato, sul quale pende un’ordinanza di demolizione delle opere già realizzate e di ripristino del luoghi emessa dall’Ufficio tecnico del Comune stefanaconese.

Scrive il Comitato, a supporto della sua richiesta, «i cittadini lamentano: che la popolazione non è stata preventivamente informata della volontà della società Wind dell’installazione di un’antenna; che nessuno, a vario titolo, abbia sentito il dovere di tenere conto del parere dei cittadini; che non si sia pensato di individuare siti alternativi; che non si sia attivato un tavolo di concertazione tra il Comune e il gestore di telefonia (con il coinvolgimento dei cittadini)».

Nel mirino vi è dunque anche l’operato del Comune che, ad avviso del Comitato, sulla base dei protocolli vigenti, avrebbe dovuto coinvolgere la cittadinanza nel merito dei rapporti intercorsi tra l’Ente e l’azienda in questione.

Menzionando il sequestro degli impianti radiotelevisivi e i rilievi Arpacal si chiede dunque, come detto, la trattazione dell’argomento in un consiglio comunale straordinario finalizzato «all’istituzione di un osservatorio permanente sull’inquinamento elettromagnetico causato da tutti i tipi di sorgenti con la partecipazione di componenti del comitato e da tecnici da questo indicato; l’adozione di un regolamento-piano relativo alla localizzazione delle nuove installazione di stazione radio base che individui aree idonee; la realizzazione di un programma di monitoraggio continuo e puntuale dell’emissione dei campi elettromagnetici, tramite l’installazione di centraline fisse; la previsione, nel nuovo regolamento, di una riduzione delle imposte comunale sugli immobili per le abitazioni che, in conseguenza delle installazione di fonti elettromagnetici nelle loro vicinanze, hanno subito un deprezzamento del valore di mercato».

Antenne sequestrate, ecco i reati contestati

In conclusione si chiede che «sulla base di queste richieste siano intrapresi atti concreti che affrontino di petto questo problema. Le nostre preoccupazioni – aggiungono – devono essere rispettate e comprese, poiché non sono frutto di paure irrazionali, perché la salute delle persone, ove ci fosse bisogno di ricordarlo, è uno dei valori fondamentali e supremi che i responsabili di una comunità devono tutelare».

top