venerdì,Marzo 29 2024

Autobomba a Limbadi, il prefetto Longo: «Reazione sarà dura e decisa»

Unanime condanna del gravissimo episodio costato la vita a Matteo Vinci: dal capo della Polizia Franco Gabrielli al questore di Vibo Filippo Bonfiglio e, dal fronte politico, da Wanda Ferro al M5S

Autobomba a Limbadi, il prefetto Longo: «Reazione sarà dura e decisa»

«Siamo sicuramente davanti ad una situazione preoccupante, però allo stato non posso dire di più sullo sviluppo delle indagini». Non aggiunge altro – al termine della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Vibo Valentia – il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, sull’autobomba costata ieri la vita a Matteo Vinci, 42enne di Limbadi, mentre il padre Francesco si trova ricoverato nel reparto “Grandi ustioni” dell’ospedale di Palermo. 

Dal canto suo, il questore di Vibo, Filippo Bonfiglio, ha ribadito l’impegno delle forze di polizia in tutto il Vibonese, atteso che «le modalità con cui la criminalità organizzata gestisce i propri affari in questa provincia sono estremamente variegate e quindi l’azione investigativa deve essere intelligente, costante e professionale». 

Il prefetto di Vibo, Guido Longo, ha invece spiegato di aver incontrato «polizia e carabinieri per fare il punto della situazione ed arrivare a fare luce su quanto avvenuto a Limbadi. Peraltro ieri c’è stata un’operazione importante della polizia – ha aggiunto il prefetto – ma non abbiamo potuto gioire perché questo è un territorio dove un minuto dopo succede un fatto grave. E’ stata arrestata dai carabinieri una persona per detenzione abusiva di armi che è il marito della sorella dei Mancuso e quindi andiamo avanti con l’attività investigativa coordinata dalla Dda e dalla Procura di Vibo. Mi ha colpito l’arroganza e la determinazione, perché un attentato di questo genere manda un messaggio negativo che dobbiamo subito stroncare in modo duro e deciso». 

Ha commentato il grave episodio anche il capo della Polizia Franco Gabrielli. «E’ un episodio che deve essere ancora approfondito – ha affermato -, vanno capiti i moventi ma sicuramente è grave e preoccupante se dietro c’è una strategia. Siamo al lavoro per capire ed analizzare, per restituire anche a questo pezzo d’Italia la tranquillità e la serenità che merita. Lo ha detto in modo molto chiaro il ministro dell’Interno: se qualcuno si fosse distratto un momento, avesse pensato che i temi del terrorismo internazionale avessero fatto scomparire dal nostro territorio le questioni della criminalità organizzata, quanto accaduto ci riporta alla dura realtà».

Reazioni anche da parte della politica con la deputata Wanda Ferro: «Credo che il terribile attentato di Limbadi voglia rappresentare un tentativo della criminalità mafiosa di attestare il proprio predominio sul territorio. Sono però convinta che un atto così eclatante più che una prova di forza sia una prova di debolezza, la reazione nervosa di una criminalità che si sente stretta alle corde dall’azione incisiva della Procura Distrettuale Antimafia e delle Forze di Polizia, che stanno portando a segno in maniera costante e mirata una attività di indagine vasta ed efficace, che sta consentendo di disarticolare le principali consorterie malavitose del territorio. Episodi come fanno apparire la Calabria come un territorio di guerra. L’obiettivo della ‘ndrangheta è proprio quello di far leva sulla paura della gente, soffocare l’economia di questa terra e uccidere la speranza dei nostri giovani. Ma non ci riuscirà: nella gente cresce la fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, e questa fiducia non può essere tradita dallo Stato, ma sostenuta con azioni concrete, come il potenziamento degli organici della magistratura».

Per i portavoce calabresi del Movimento 5 stelle, ancora, «è importante tenere alta la guardia sul territorio affinché non rimanga isolato e quindi fertile alla prepotenza ‘ndranghetista. In questo senso accogliamo con favore il potenziamento della locale squadra mobile disposto dal procuratore Gratteri. La presenza dello Stato su questi territori caldi deve essere tangibile una crescente attenzione da parte delle Istituzioni, in termini di investimenti, sostegno alle forze dell’ordine e politiche sociali, potrebbe concretamente allontanare l’ombra ingombrante della mafia nel vibonese». 

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