sabato,Aprile 20 2024

Malagiustizia: verso la prescrizione a Vibo il processo ai veterinari

Un errore nel rinvio sul ruolo di un diverso giudice togato fa slittare il dibattimento a dicembre. Truffa e falso i reati contestati nell’inchiesta condotta dai carabinieri

Malagiustizia: verso la prescrizione a Vibo il processo ai veterinari

Nulla da fare per il processo nato dall’operazione denominata “Zuzù”, condotta dai carabinieri della Stazione di Vibo Valentia all’epoca diretta dal comandante Nazzareno Lopreiato, che vede sul banco degli imputati 17 fra veterinari ed impiegati dell’Asp di Vibo. E se non è mala-giustizia, poco ci manca. Il processo che si doveva aprire oggi con la deposizione dell’investigatore principale che ha condotta le indagini – ovvero Nazzareno Lopreiato – è stato rinviato al 17 dicembre. Motivo? Presto detto. Nella precedente udienza il got (giudice non togato) avrebbe dovuto rinviare l’udienza – secondo un calendario di suddivisione interno di lavoro fra i magistrati in servizio nel palazzo di giustizia – sul ruolo del lunedì di un giudice togato, mentre invece per errore ha rinviato al ruolo di martedì, ovvero all’udienza odierna. Al giudice del Tribunale monocratico, Martina Annibaldi, al quale il processo non era stato assegnato per la trattazione, non è rimasto quindi altro da fare che rinviare l’udienza al 17 dicembre prossimo dinanzi ad un nuovo e diverso giudice togato. Nel frattempo, però, ad agosto andranno in prescrizione i reati di truffa e falso ideologico in atti pubblici contestati a gran parte degli imputati. Con buona pace della giustizia e dei carabinieri che hanno condotto indagini non facili, costate mesi di duro lavoro e che hanno portato alla luce uno spaccato poco edificante per l’Asp di Vibo Valentia che si troverà a dicembre a dover decidere quali provvedimenti interni intenderà comunque adottare nei confronti dei veterinari e degli impiegati che intenderanno avvalersi della prescrizione per chiudere i conti con la giustizia penale. La prescrizione, infatti, non equivale ad un’assoluzione, tanto che gli imputati possono – non a caso – rinunciarvi per avere una sentenza nel merito delle accuse. Quanti di loro intenderanno però seguire tale strada è difficile dirlo. Allo stato pare più che probabile che nessuno degli imputati rinuncerà alla prescrizione. L’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia figura quale parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Raffaele Manduca. La richiesta di rinvio a giudizio risale al maggio del 2013, ma solo il 25 ottobre del 2017 il gup ha rinviato a giudizio gli imputati. Quattro anni di stallo in udienza preliminare fra giudici incompatibili e mancate notifiche agli imputati ed ai loro difensori per un’inchiesta partita nel 2011. Se è pur vero che i veterinari godono di autonomia e flessibilità nell’orario di lavoro, gli inquirenti ritengono con l’inchiesta di poter ugualmente dimostrare come in molte occasioni qualcuno avrebbe timbrato il cartellino di entrata ed uscita dall’ufficio al posto dei diretti interessati che si sarebbero così illegittimamente assentati dal posto di lavoro. Le presunte condotte illegali, ad avviso della Procura, sarebbero continuate anche dopo i primi arresti – 8 febbraio 2011 – nell’ambito dell’operazione denominata “Zuzù”. Alcuni veterinari sono accusati di aver falsificato i fogli di marcia dei chilometri effettuati con le auto dell’Azienda sanitaria provinciale, altri come il veterinario Chiarina Cristelli, 54 anni, di Sant’Onofrio, è accusata di aver invece falsamente attestato diversi controlli in alcune stalle. Controlli che dalle verifiche dei carabinieri non sarebbero emersi. In diversi casi, inoltre gli allevatori non avrebbero posseduto, da oltre un anno, nessun capo di bestiame. In relazione ai controlli sul parco-macchine dell’Asp, gli inquirenti avrebbero poi accertato la sparizione di numerosi fogli di marcia delle autovetture in uso ai veterinari, i quali avrebbero chiesto il rimborso sostenendo di aver “viaggiato” sulle proprie automobili. Per la Procura ignoti avrebbero occultato, disperso o distrutto atti pubblici. Mancherebbero infatti molti dei fogli di marcia ricompresi fra gennaio e giugno 2011 e comprendenti quindi anche il periodo in cui gli uffici veterinari dell’Asp erano già attenzionati dai militari dell’Arma. Fra gli imputati, il veterinario Mario Mazzeo, 68 anni, di Vibo, indagato per i reati di truffa e falsità ideologica in atti pubblici. Nei confronti di Mazzeo l’accusa parla di “corresponsione da parte dell’Asp di benefici economici a fronte di prestazioni in realtà non effettuate”. Il cartellino di entrata o uscita del veterinario Mario Mazzeo, secondo i carabinieri sarebbe stato timbrato in 18 giorni diversi dall’impiegata Maria Parisi, 61 anni, di Vibo, pure lei sotto processo. Mazzeo è inoltre accusato di aver partecipato fra il maggio 2010 ed il febbraio 2011 per 67 volte ai lavori delle Commissioni consiliari quale capogruppo – all’epoca dei  fatti – del Pdl nel Consiglio comunale di Vibo Valentia , in giorni ed orari in cui sarebbe risultato contemporaneamente in servizio – secondo i carabinieri – quale veterinario dell’Asp. L’8 febbraio 2011 il cartellino di entrata di Mario Mazzeo risulta timbrato, stando alle risultanze investigative, alle ore 8.00 del mattino mentre i carabinieri alle ore 8.20 dello stesso giorno avrebbero scorto lo stesso Mazzeo uscire di casa per essere pedinato fra “le vie della città sino alle 8.30”. Gli altri 14 imputati sono: Isabella Campisi, 60 anni, di Soriano; Domenico Cocciolo, 52 anni, di Vibo; Domenico Piraino, 66 anni, di San Costantino Calabro; Stefania Mazzeo, 53 anni, di Vibo; Enzo Carnovale, 61 anni, di Piscopio; Giuseppe Loiacono, 68 anni, di Montalto (Cs); Domenico Mazzitelli, 61 anni, di Briatico; Saverio Paglianiti, 69 anni, di San Calogero; Giuseppe Parisi, 63 anni, di Polia; Domenico Pisani, 65 anni, di Vibo; Giuseppe Pugliese, 62 anni, di Vibo; Damiano Romano, 58 anni, di Simbario; Antonio Teti, 60 anni, di Filogaso, residente a Vena di Ionadi; Salvatore Fiorillo, 65 anni, di Vibo Valentia.

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