lunedì,Maggio 13 2024

Lascia aperto di notte il cimitero di Bivona, provvedimento disciplinare per il custode

Il caso sollevato sul suo profilo Facebook da Mary Sorrentino, madre di Federica Monteleone, che si era pubblicamente scagliata contro gli amministratori: «Dimostrano indifferenza nei confronti dei cittadini»

Lascia aperto di notte il cimitero di Bivona, provvedimento disciplinare per il custode

Di giorno apre tre volte a settimana tra il malcontento degli utenti che vorrebbero avere più tempo per far visita ai propri cari. Di notte, al contrario, potrebbe capitare di vederlo aperto più spesso. Stiamo parlando del cimitero di Bivona, il cui cancello è rimasto spalancato la notte tra il 9 e il 10 agosto. A denunciarlo pubblicamente sul suo profilo Facebook e sui gruppi social di Vibo Marina, è stata Mery Sorrentino, madre di Federica Monteleone, la 16enne morta in seguito ad un intervento di appendicectomia eseguito all’ospedale Jazzolino di Vibo nel 2007. Alla base dell’episodio vi sarebbe, secondo l’assessore comunale Lorenzo Lombardo, una mera distrazione da parte del custode che avrebbe sbadatamente lasciato aperto il lucchetto permettendo così al cancello di spalancarsi. Ed è lo stesso esponente dell’esecutivo comunale ad assicurare che sono già stati presi i dovuti provvedimenti e che il fatto increscioso «ha portato la dirigente ad assumere provvedimenti disciplinari nei suoi confronti».

La vicenda aveva fatto andare su tutte le furie Mery Sorrentino, da anni impegnata nel sociale alla guida la Fondazione Federica per la Vita Onlus, che si è rivolta ai carabinieri e ha poi letteralmente “strigliato” gli amministratori comunali nel suo post: «Passavo insieme a mio marito dal cimitero per dare la buonanotte alla nostra Federica dal ciglio della strada, quando siamo rimasti gelati e indignati davanti al cancello spalancato. Sono scesa dalla macchina per prendere il numero del custode, ma all’unico numero sull’avviso ovviamente non rispondeva nessuno, nonostante ci sia scritto… “per eventuali urgenze chiamare…”. Pertanto ci siamo visti costretti a chiamare il 112». L’amarezza di una madre è tutta nelle sue parole: «io lì ho mia figlia, così come a casa mia mi accerto che sia chiusa la porta prima di andare a dormire voglio essere certa che sia lo stesso in quella che hanno fatta diventare casa di mia figlia. Al sindaco, alla Giunta ed ai responsabili che hanno deciso e sottoscritto che io e quelli come me possiamo portare un fiore e una preghiera ai nostri cari solo 3 giorni a settimana, dico che devono accertarsi che i loro dipendenti siano all’altezza del loro compito e che, se fino ad oggi hanno dimostrato indifferenza verso i cittadini delle Marinate, mancando di rispetto ai nostri defunti, hanno davvero toccato il fondo».

 

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