martedì,Marzo 19 2024

Omicidio Piperno a Nicotera, la difesa della famiglia punta a fare piena luce – Video

I familiari del giovane, per il cui omicidio sono stati arrestati Francesco ed Ezio Perfidio, si affidano agli stessi legali del caso Maria Chindamo: gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza 

Omicidio Piperno a Nicotera, la difesa della famiglia punta a fare piena luce – Video

«Nella giornata di ieri abbiamo assunto la difesa della famiglia Piperno, come parte civile potenziale. Aver parlato con il professor Piperno, papà di Stefano, e con la mamma è stato un momento umano molto toccante. Un ragazzo sfortunatissimo, che non meritava una fine così atroce». A parlare in questi termini, davanti al Tribunale di Vibo Valentia, è l’avvocato Nicodemo Gentile, che ha assunto da poco la difesa della famiglia del povero Stefano Piperno, il ragazzo di Nicotera il cui cadavere fu rinvenuto carbonizzato lo scorso 20 giugno. Famiglia che si affida, dunque, ad uno dei più noti avvocati italiani, già difensore di parte civile nei processi per gli omicidi di Sara Scazzi, di Teresa e Trifone, di Roberta Ragusa e Guerina Piscaglia, e al suo collega Antonio Cozza. Stamani i due penalisti hanno incontrato negli uffici della Procura di Vibo il pm titolare dell’inchiesta Filomena Aliberti, le cui indagini – condotte grazie al supporto operativo dei carabinieri – hanno consentito di arrestare i presunti autori del delitto, Francesco ed Ezio Perfidio, padre e figlio. Il movente, un presunto debito di droga. (L’articolo prosegue sotto la pubblicità)

«Era un omicidio evitabile – ha affermato l’avvocato Antonio Cozza – che ha colpito una famiglia perbene, persone che assolutamente non potevano mai pensare che il figlio potesse subire un atto del genere e che ora vivono nel dolore. Noi interveniamo oggi per cercare di capire e contribuire a fare piena luce e dare un aiuto alla Procura che sta lavorando molto bene». Gli avvocati Gentile e Cozza erano accompagnati da Vincenzo Chindamo, fratello di Maria, l’imprenditrice scomparsa il 6 maggio 2016 da Limbadi, uno dei casi di omicidio che più hanno scosso l’opinione pubblica italiana e tra i pochi rimasti irrisolti, malgrado l’impegno della Procura di Vibo e degli stessi carabinieri che hanno invece brillantemente chiuso le indagini sull’autobomba di Limbadi, l’omicidio di Soumaila Sacko, la strage di Ciko Olivieri e l’agguato sulla spiaggia di Nicotera. «Ci sono persone fatti e circostanze in mano alla Procura – ha detto Chindamo dal canto suo – e mi auguro che prima o poi succeda qualcosa che ci restituisca, se non Maria, almeno la verità sulla sua scomparsa».

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