venerdì,Aprile 26 2024

I sindaci del Vibonese insieme per riaffermare con Falvo la cultura della legalità: «Lo Stato c’è» -Video

Dopo la sparatoria in pieno centro cittadino e la cappa di omertà che si è abbattuta sulle indagini, il sindaco Maria Limardo ha convocato un consiglio comunale aperto

I sindaci del Vibonese insieme per riaffermare con Falvo la cultura della legalità: «Lo Stato c’è» -Video
Il sindaco di Vibo Valentia durante il consiglio comunale aperto

«Ci siamo tutti per dimostrare che lo Stato c’è. È presente. Siamo tutti per Vibo e per affermare la legalità in un territorio difficile». Le parole del Procuratore Camillo Falvo riecheggiano in una sala del Valentianum gremita come non mai. Il capo della Procura vibonese fa il suo ingresso insieme al questore e ai comandanti provinciali dei carabinieri e della finanza. In sala ci sono tutti i sindaci del Vibonese con la fascia tricolore, ci sono le associazioni del territorio. C’è Libera. C’è la scuola, la chiesa, i sindacati. C’è Confindustria. Ci sono i consiglieri regionali e la sottosegretaria per il Sud e la Coesione territoriale Dalila Nesci. C’è tutta l’assise. E ci sono i cittadini al Consiglio comunale indetto dal sindaco Maria Limardo dopo la sparatoria avvenuta nella notte tra sabato 16 e domenica 17. A far crescere l’allarme non è stato soltanto il gravissimo fatto di sangue che si è consumato in pieno centro cittadino, ma anche la cappa di omertà che si è abbattuta sulle indagini, nonostante le numerose auto che in quel momento percorrevano la strada dell’agguato.

«Abbiamo convocato la massima assise comunale – ha detto Limardo – per esprimere una forte e determinata condanna verso gesti e comportamenti che non ci appartengono. Una condanna che deve unire tutti perché non riguarda solo la città di Vibo ma tutti i comuni del Vibonese. Abbiamo necessità di costruire reti sociali tra noi sindaci e le forze sane del territorio». «Per combattere la criminalità – ha continuato il sindaco riferendosi alle iniziative da intraprendere – occorre incidere sulla formazione delle coscienze, come ha recentemente sottolineato il presidente Mattarella». E a quanti le chiedono di intensificare i controlli, Limardo ha risposto: «Non possiamo avere un territorio militarizzato, ma serve un’edificazione delle coscienze per il bene comune».

Concetti che il sindaco ha illustrato con esempi emblematici, riferiti soprattutto ad atti vandalici che solo apparentemente possono sembrare di minore gravità, soprattutto se coinvolgono i giovani: «Non è normale che un ragazzo lanci una gallina sul tetto della scuola, come è accaduto qualche giorno fa a Vibo. Non è normale che i pesci rossi di una fontana pubblica vengano gettati sul selciato solo per il desiderio di vederli morire. Sono gesti che non possono appartenerci e che rappresentano l’humus di quella cultura ‘ndranghetistica che dobbiamo combattere.  E dobbiamo farlo tutti insieme, uniti e coesi».

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