Violazione sorveglianza speciale, assolto 35enne di Vibo
Era stato arrestato ieri dopo una fuga da Tropea. Manca la rivalutazione della pericolosità sociale
Convalida dell’arresto, rigetto della misura cautelare e assoluzione perché il fatto non sussiste. Questa la decisione del Tribunale di Vibo Valentia chiamato a pronunciarsi oggi in ordine alla detenzione di Domenico Macrì, 35 anni, di Vibo Valentia, arrestato ieri dai carabinieri per violazione della sorveglianza speciale e resistenza a pubblico ufficiale. Dopo la convalida dell’arresto si è subito celebrato il processo per direttissima. Il pm Folino aveva chiesto per Macrì la condanna ad 8 mesi. L’imputato – difeso dall’avvocato Francesco Sabatino – è stato però assolto perché il fatto non sussiste. Come già deciso nel marzo scorso per altra violazione della sorveglianza speciale e come ribadito in più pronunce della Cassazione, se manca la rivalutazione da parte del Tribunale della pericolosità sociale del sorvegliato speciale e questa viene ancorata alla sola vecchia data della misura di sorveglianza, diviene poi impossibile per i giudici condannare.
E così è stato anche questa volta e da qui l’assoluzione. Quanto al fatto che Macrì alla vista dei carabinieri a Tropea si sia dato alla fuga, per il Tribunale la fuga non integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Domenico Macrì è stato condannato nel 2013 in via definitiva a 6 anni di reclusione per il reato di associazione mafiosa (pena già interamente scontata) al termine dell’operazione denominata “Goodfellas” condotta dalla Squadra Mobile di Vibo. In particolare, è stato ritenuto organico al clan Lo Bianco e vicino ad Andrea Mantella, oggi passato fra le fila dei collaboratori di giustizia.
LEGGI ANCHE: Violazione della sorveglianza e resistenza, arrestato Domenico Macrì
Violazione sorveglianza, arresto convalidato e assoluzione