venerdì,Aprile 19 2024

Confindustria Vibo: «Gli spari a Callipo sono spari ad ognuno di noi»

Per il consiglio direttivo dell’associazione degli industriali vibonesi «chi ha deciso di colpire il presidente ha voluto colpire il cambiamento che egli rappresenta».

Confindustria Vibo: «Gli spari a Callipo sono spari ad ognuno di noi»

Il Consiglio Direttivo di Confindustria Vibo, reagisce duramente all’atto intimidatorio perpetrato nei confronti del Presidente, Pippo Callipo.

«Chi ha deciso di colpire Pippo Callipo – si legge una nota a firma del consiglieri – ha deciso di colpire non solo l’imprenditore ma il simbolo di cambiamento che egli rappresenta per tutti gli imprenditori e non solo quelli vibonesi. Un uomo a cui non si pongono veti e bavagli e che è determinato a contrastare con fermezza qualsiasi fenomeno criminale sia esso di natura violenta sia esso di natura più subdola e celata, come quella che lui definisce “mafia con la penna”».

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«Pippo Callipo è stato chiamato alla guida dell’Associazione – affermano ancora all’unanimità i Consiglieri – per dare un aiuto ed un sostegno concreto al tessuto economico ed imprenditoriale sano che opera in questo territorio, questo messaggio rappresenta un vile tentativo di intimorirci, di farci arretrare. Ma, al contrario, questo gesto vigliacco ci conferma, semmai ve ne fosse bisogno, che la strada imboccata è giusta e va percorsa sino in fondo».

L’intero Consiglio Direttivo, l’intera base associativa che lo ha voluto all’unanimità quale suo Presidente, si schiera quindi al suo fianco e considera ogni atto rivolto a Callipo come rivolto a ciascun singolo imprenditore, a questo gesto criminale rispondiamo: «gli spari contro Pippo Callipo sono spari esplosi contro tutti noi!».

La dura nota è stata sottoscritta, come detto, all’unanimità del consiglio direttivo composto da Gaetano Macrì, Domenico Calafati, Rocco Colacchio, Sebastiano Caffo, Giacinto Callipo, Ferdinando Carnovale, Antonello Gagliardi, Antonio Gentile, Giovanni Imparato, Domenico Maduli, Alfonso Maiolo, Mario Romano, Michela Tulino e Francesco Tassone.

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