venerdì,Marzo 29 2024

Scandalo all’Università di Reggio, la ricercatrice che ha denunciato: «Lo rifarei»

VIDEO | Clara Stella Vicari Aversa: «Non potevo girarmi dall’altra parte. Il quadro che emerge dalle indagini è imbarazzante»

Scandalo all’Università di Reggio, la ricercatrice che ha denunciato: «Lo rifarei»
Clara Stella Vicari Aversa

di Elisa Barresi

«Questa non è l’università, no io non credo che sia tutta così, in questi casi ci siano delle persone che non hanno rappresentato l’università. L’ateneo di Reggio ha formato me e io sono fiera di questo ma non è quella l’università, la mia università. Passa troppo spesso il messaggio che il sud è così ma Calabria e Sicilia sono terre meravigliose, c’è gente straordinaria e stiamo facendo vedere quanto straordinari siamo, non dobbiamo far vedere solo nefandezze. Per questo dico: mettiamoci tutti insieme e interveniamo facciamo qualcosa, non giriamoci dall’altra parte di fronte alle ingiustizie». [Continua in basso]

Lei è Clara Stella Vicari Aversa una donna che da sola ha trovato il coraggio di scoperchiare il presunto sistema che ha inquinato l’università Mediterranea di Reggio Calabria. Si commuove e non trattiene le lacrime quando parla di quell’istituzione in cui crede ancora oggi con fermezza e mostra tutta quell’umanità che l’ha portata a non arrendersi. Ma quel ruolo di ricercatore e quel concorso fatto senza i criteri di trasparenza legalità e giustizia hanno fatto scattare in Maria Clara quella volontà di dire basta a un sistema che negli anni ha messo da parte la meritocrazia privilegiando una selezione clientelare.

«C’erano troppe irregolarità per girarmi dall’altro lato. Siamo andati oltre ogni soglia di tollerabilità. Leggendo gli atti si può verificare, oltre ai profili di rilevanza penale che sono comunque in corso di accertamento, come quel quadro è imbarazzante. Il punto è che forse la giustizia amministrativa alla quale mi ero rivolta inizialmente ha accertato i fatti in modo definitivo, ma non è stata sufficiente. Lo rifarei, denuncerei nuovamente perché è una selezione per titoli ed esami e deve essere fatta con criteri di correttezza, andrei contro la mia natura dicendo che non lo rifarei, non riesco a girarmi dall’altra parte e non riesco a rassegnarmi, appunto, che l’università debba essere questo».

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